Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
   
Alfredo Fiorini
 

Alfredo Fiorini Nacque il 5 settembre 1954 a Terracina. Il padre, tipografo, era stato Presidente dell’Azione Cattolica della sua parrocchia. Per mancanza di posti disponibili all’Università Cattolica, si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università di Siena, dove si laureò il 23 luglio 1980 con 110 e lode. Da adolescente cominciò a sentire un’inquietudine sul suo futuro, domandava spesso alla madre come si avvertiva la vocazione religiosa; maturò man mano una coscienza missionaria con le esperienze nell’Azione Cattolica e fra gli Scout di Terracina. Partecipò nel luglio del 1972 ad un campo di lavoro organizzato da ‘Mani Tese’ a Firenze. Negli ultimi anni dell’Università cominciò ad interessarsi delle malattie infettive, e confidò a chi gli chiedeva il perché di quell’interesse: “Finirà che finisco in Africa per mettere a frutto queste mie conoscenze”. Dopo la laurea, il 9 ottobre 1980 superò l’esame di Stato per l’abilitazione ad esercitare la professione di medico chirurgo. Il 7 aprile 1981 cominciò il servizio militare presso l’Accademia Navale di Livorno e in seguito un periodo di tirocinio presso l’Ospedale della SS. Annunziata, in Pronto Soccorso e terapia d’urgenza. Alfredo raccontò di avere con semplicità parlato ai genitori: “Ho fatto la mia parte con voi laureandomi, con il servizio militare ho fatto la mia parte con la Patria, adesso seguo quella che mi pare la strada per cui Dio mi chiama”. Conobbe padre Giuseppe Russo missionario comboniano, il quale consigliandolo e valutando la sua vocazione lo indirizzò alla sua Congregazione. Il 17 maggio 1986, Alfredo si consacrò a Dio con i voti di povertà, castità ed obbedienza. Si recò in Inghilterra, per un anno di studio della lingua inglese. Ad agosto 1987 partì per l’Uganda, dove continuò gli studi. Per la critica situazione politica dell’Uganda, vennero trasferiti a Nairobi in Kenia, dove prestò la sua opera di medico in una missione della periferia. Rinunciò al sacerdozio per dedicarsi come medico ad una attività che gli permetteva di immergersi nei bisogni continui della popolazione. Nell’estate 1989 partì per l’Inghilterra, per partecipare ad un corso di medicina tropicale. A fine 1989 gli giunse la lettera del Superiore Generale, che gli comunicava, che doveva partire per il Mozambico, dove a seguito delle guerre civili che lo funestavano, le strutture sanitarie erano state distrutte. Alfredo era una persona profondamente motivata in quello che decideva e faceva, dotato di un’ottima capacità intellettiva, ma anche di una forte emotività, che si manifestava a volte in una sua passionalità irruente ed animosa, non poteva tollerare le persone dominatrici e gli atteggiamenti autoritari. In attesa del visto per il Mozambico, accettò di dare una mano all’ospedale di Kalongo nel nord dell’Uganda. Vi rimase tre mesi. In Mozambico, occorreva saper parlare portoghese e partì per Lisbona per un corso accelerato. In Mozambico era in atto da undici anni una guerra civile. Fra l’esercito e i guerriglieri, spinti entrambi da interessi economici, non faceva altro che fuggire da un posto all’altro per mettersi in salvo, perdendo ogni volta casa e raccolti. Le Missioni erano soggette quasi ogni giorno ad assalti, incendi, saccheggi, uccisioni, vendette. Molti i missionari feriti o uccisi, le strade di collegamento fra i vari centri urbani, erano costellate di cadaveri. Alfredo Fiorini venne destinato all’ospedale rurale di Namapa, semidistrutto da un paio d’anni, ma prima di fare il medico, dovette fare il muratore per diversi mesi. Poi, con l’aiuto di personale africano, iniziò a lavorare, con il macchinario in disuso inviato dall’estero, ma, si vide sempre più spesso nella impossibilità di farlo. Si trovò così nella necessità di trasferirsi all’ospedale di Alua. Qui riprese più alacremente l’attività, conquistandosi presto la stima di sanitari ed ammalati, che provenivano anche da lontano per farsi curare da lui, nonostante il pericolo delle mine e degli agguati sulle strade. Grazie alla sua inossidabile fede in Dio, Alfredo riuscì ad essere sempre ottimista, nonostante la precarietà della situazione del Paese. Nel 1992, si concesse due settimane di riposo per riprendersi dallo stressante e continuo lavoro che trascorse presso la residenza del vescovo di Nacala. Il 24 agosto 1992 riprese la strada in auto per ritornare ad Alua, ma in un agguato fu centrata da alcune raffiche di mitra e Alfredo che era solo, fu colpito da un proiettile alla testa che lo uccise. Il 25 agosto a Carapira si svolsero i funerali officiati dal vescovo di Nacala, che l’aveva ospitato fino al giorno prima. Il 31 agosto 1992 la salma di Alfredo Fiorini, giunse nella sua Terracina, dove una grandissima folla partecipò al funerale nel piazzale antistante la chiesa di S. Domenico Savio, dove fu sepolto.

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