Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
   
I Vescovi Sardi Contro La Guerra A Sostegno Della Pace (1940-1943)
 

Nella Lettera pastorale del 1941, Vero e falso Cristianesimo, l’episcopato sardo chiama i fedeli ad essere veri e non falsi cristiani. Deplora, inoltre, «l’atteggiamento di coloro che fra le nostre popolazioni vorrebbero scavalcare l’autori[t]à dei Sacri Pastori, sia rifiutando ubbidienza alle loro disposizioni circa le celebrazioni delle feste, sia cercando di imporre, secondo i propri gusti e le proprie vedute, il trasferimento dei Sacerdoti e l’assegnazione delle mansioni ecclesiastiche. Ancora una volta riproviamo tutte queste manifestazioni come indizio di quel falso cristianesimo di cui tanto ci affliggiamo e di cui desideriamo l’emendamento». L’ultimo paragrafo del documento, Luce e forza nell’ora presente, è un invito a tutti i fedeli a raccogliersi in preghiera e ad adorare «la grandezza, la sapienza, la giustizia infinita di Dio». E ad ascoltare «la sua voce nello svolgersi dei grandi avvenimenti di cui ci pose testimoni ed artefici». Infatti, «L’ora che volge è grave di preoccupazioni e di responsabilità. La voce del dovere impone a tutti sacrificio e disciplina. Ebbene nel cristianesimo integralmente professato, troverete la forza e la luce. […]». Si invitano ancora tutti i fratelli a pregare «perché il mondo si purifichi nelle terribili prove dei giorni nostri, perché si renda degno lo scettro di Nostro Signore Gesù Cristo ed accolga il suo Regno ch’è “regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace”». Nella successiva Lettera del 1942, Il Giubileo Episcopale del Santo Padre. La Penitenza Cristiana, viene posto l’accento sulla necessità di pentirsi di fronte a Dio, sempre misericordioso di fronte all’uomo. «Mentre infuria in varie parti del mondo la terribile guerra, Egli consola i suoi figli con ricorrenza tanto cara al loro cuore. Il momento doloroso e difficile non impedisce che il nostro spirito esulti nel Signore, almeno nel giubilo della preghiera, e la nostra riconoscente preghiera fusa con quella del Padre Santo, sarà una leva potente di suppliche per strappare a Dio la grazia del ritorno della pace nell’amore e nella giustizia. […]». «Intanto – afferma il cardinale decano del Sacro Collegio, le cui parole sono riportate nel documento – mentre il Papa sembra che taccia, il Suo silenzio è attivo; […] va studiando i mezzi di moltiplicare gli aiuti per sollevare la moltiplicata povertà che la guerra ha portato in tante nazioni. I combattenti, i prigionieri, i dispersi, gli internati, le popolazioni occupate, i cristiani, i cattolici, i protestanti, i pagani, tutti insomma che oggi soffrono e piangono sono oggetto della delicata, sollecita cura». «Il momento particolarmente calamitoso e grave di preoccupazioni che oggi attraversa il mondo - proseguono i vescovi – dovrebbe maggiormente far sentire la necessità di una più austera vita cristiana per placare il Signore e renderlo propizio alla misera umanità, agitata da tante passioni e sconvolta da una guerra così immane». Il rimedio, «perché il Signore si muova a compassione e ridoni presto al mondo la tranquillità e la pace, per togliere la causa di tanti mali nel mondo e allontanare i divini castighi, è necessario che torniamo alla pratica della vita cristiana, […] frequentando la chiesa ed i divini comandamenti, […] e cercando di placare il Signore con le opere di cristiana mortificazione».

 

Continua Martino Contu

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