| |
Un altro autunno ritorna a noi. L’incessante e ciclico divenire della natura si ripete dentro un mirabile e preordinato succedersi di giorni e stagioni che a loro volta sfociano nella più bella e affascinante sinfonia del creato, quella della vita. Un altro autunno, diverso però dai precedenti per la nostra cittadina e per il nostro stato d’animo, perché una parte dei nostri splendidi paesaggi non esiste più. Qualcosa di indecifrabile – e non tanto sul piano investigativo, - si ostina ad accomunare nel disagio e nell’impotenza il cuore e la mente di tutti (?) i villacidresi. La maestà delle nostre montagne è stata violata e umiliata, e non dal Creatore, ma da chi l’ha ricevuta in dono. Quanto è accaduto ci impaura e ci sconcerta. L’armonia del creato, che appartiene a tutti, senza tuttavia che nessuno possa ritenersene padrone, è stata deturpata con colpevole perfidia. Come se non bastasse, a distanza di una ventina di giorni dal devastante incendio, la mente follemente lucida, non so se dello stesso piromane o di altra persona, ha deciso di recidere le piantine che un gruppo di cittadini aveva già provveduto a reimpiantare in un angolo di quel paesaggio di morte come segno di speranza. Questa ostinata recrudescenza in una malvagità ancora non sufficientemente appagata, lascia tristi, ma non smarriti. Soprattutto i cristiani che vedono nel creato la presenza provvidente e potente di Dio, sono chiamati a reagire con ottimismo. Il mondo non è governato dall’odio accecante del male, ma dallo sguardo benevolo del Dio Amore. Continuiamo, dunque, non solo a rispettare e ad amare tutto ciò che Dio ci dona, ma anche a coltivarlo e a proteggerlo. E mentre riprendono le attività all’interno del “cantiere-parrocchia”, con le innumerevoli iniziative e cammini formativi, apriamoci con maggiore disponibilità ad offrire tempo ed energie per la crescita comune. Catechismo e Oratorio, gruppi liturgici e di volontariato, associazioni e movimenti, tanto più risulteranno arricchenti, quanto più saranno capaci di collaborare costruttivamente. La grazia di Dio, per trasformare la nostra esistenza, ha scelto di servirsi anche di noi, della nostra volontà e del nostro impegno.
|
