insieme
         
La chiesa, il tempo, la storia  
   
Ho ancora vivo nel cuore e negli occhi il clima di grande partecipazione che ha coinvolto tanti appena si divulgò la notizia dell’aggravarsi della malattia prima e della morte poi del papa. Le vicende ultime di questo straordinario uomo, che da oltre 26 anni stava guidando la Chiesa da autentico profeta e testimone di Dio, ebbero l’effetto di relativizzare ogni altro fatto e di catturare l’attenzione del mondo intero. Per natura, non sono incline al facile sentimentalismo, eppure ricordo che provai fastidio quando un amico, scherzosamente, mi rincuorò ricordandomi che “morto un papa, se ne fa un altro”. Per la prima volta trovai la battuta di cattivo gusto, come se nascondesse, maldestramente e per me, in quel momento, in modo dissacrante, il bisogno di volere demitizzare perfino un evento di una simile portata, per ricondurlo dentro quell’ordinario, inarrestabile conflitto tra morte e vita che è proprio di tutto ciò che esiste e che, ovviamente, si applica anche alla Chiesa in quanto realtà temporale. La storia e il tempo, infatti, si concepiscono e si comprendono soltanto all’interno di questo continuo, incessante e oscuro inseguirsi di passato e presente, inizio e fine, tenebre e luce.
Nel momento in cui scrivo, invece, l’attenzione di credenti e non, risulta proiettata sull’imminente inizio del Conclave e sull’attesa del nome del nuovo papa. Lo stato d’animo, di conseguenza, appare radicalmente mutato e con esso l’interesse per quello che è già passato. Certo, il ricordo di Giovanni Paolo II resta più che mai vivo e non si può non riconoscere che la sua scomparsa lascia un vuoto. La gente nutriva dell’affetto sincero per questo pastore che ha saputo trasmettere una così esemplare testimonianza di fede, soprattutto nelle ore di sofferenza (e sono state tante), che è riuscito a convincere persone di ogni religione a incontrarsi e a parlarsi e che ha sapientemente catturato il mondo giovanile, strappandone tanti al disinteresse e all’indifferenza. E poi, non è solo la frenesia del nuovo ad aver mutato il clima, almeno tra i cristiani. Il vero credente sa che deve costantemente aprirsi al bene che Dio non cessa di seminare nel mondo, senza mai stancarsi e in modo sempre sorprendente.
Se dovessimo assolutizzare una persona o un tempo, faremmo torto a questa misteriosa e trascendente Provvidenza che tutto crea, guida e rinnova. Non dobbiamo perciò legarci ai ricordi – anche se belli – ma aprirci con fiducia e positività al nuovo che avanza e che incalza la vita dell’umanità con i suoi drammi, i suoi problemi e le sue domande. Anche l’esempio di vita che ci ha lasciato il papa appena scomparso, alla pari di quello di tutte le altre persone che nella storia della Chiesa hanno saputo annunciare con passione il vangelo di Gesù, non possono rinnovare il presente se i protagonisti dell’oggi non si impegnano in prima persona – sotto la guida della grazia – in quest’opera di cambiamento. Ecco perché, a distanza di una decina di giorni, il detto citato all’inizio dell’articolo, ha ripreso anche per me il significato che gli è proprio da sempre. Il presente che non si apre alla speranza infatti è destinato a restare sterile e a tramutarsi in nostalgia che non costruisce avvenire. Occorre dunque aprirsi con ottimismo al domani, credere nella potenza provvidente di Dio e pregare perché, ancora una volta, il Popolo di Dio abbia per guida un pastore che sappia annunciare Cristo con la vita e la parola e che accetti di percorrere con coraggio la via che dall’uomo conduce a Dio. Mai come in quest’ora l’albero bimillenario della Chiesa che il Signore ha piantato nel mondo, sembra assomigliare agli antichi ulivi che nel giardino del Getsemani continuano a custodire le gioie, le sofferenze, le speranze e le preghiere della prima comunità apostolica nata dalla morte e resurrezione di Gesù. Ora attendiamo che le sue ultrasecolari radici abbiano a germinare un nuovo ceppo in grado di diventare col tempo ramo, foglie e, soprattutto, frutti.
 
Don Giovannino
   
<<Torna ai titoli  
 
 
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
     
         
                 
sito realizzato da: Francesco Chia      
Copyright ©2004