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Giovanni Paolo II e i giovani, una lunga storia d’amore
       
È l’amore grande di quest’uomo di Dio per i giovani che ha potuto costruire questa storia di amicizia, di simpatia reciproca, di affetto ricambiato. È riuscito a toccare il cuore di generazioni di giovani, da quelli che erano adolescenti quando lui diventò papa a quelli che sono cresciuti con lui, per arrivare a quelli che adolescenti lo sono ora che è il Padre lo ha chiamato a sé. Sono tanti i segni che testimoniano il legame tra questo papa e i ragazzi e le ragazze di tutto il mondo.
Sin dagli inizi del suo pontificato ha saputo farsi voler bene riconoscendo in loro i principali protagonisti di quell’era di cambiamento, di quella primavera di valori fiorita in tanti eventi storici che hanno segnato il suo pontificato, ma che ancora deve sbocciare nei grandi drammi dell’umanità: la guerra, la fame, l’intolleranza, l’ingiustizia sociale ed economica. L’espressione “sentinelle del mattino” è recente, risale all’agosto del 2000, pronunciata sulla piana di Tor Vergata di fronte a due milioni di giovani, ma Giovanni Paolo II ha sempre visto nei ragazzi coloro che annunciano il giorno splendente dell’avvento del Regno di Dio secondo l’espressione di Isaia (Is 21,11).
A loro il papa e l’umanità chiede “quanto resta della notte?”, quando terminerà il lutto, il lamento, il pianto, il grido dei popoli? Interlocutori privilegiati di quest’uomo, molti, tantissimi giovani hanno risposto all’appello che da 27 anni viene loro rivolto. Segno di ciò sono anche il mare di sms che da quasi una settimana intasano le linee di radio e televisioni. Persino le tv prettamente giovanili, basti citare MTV, dove si trasmette per lo più musica, mandano in sovrimpressione i messaggini per Giovanni Paolo II. Ma c’è un evento che da 20 anni richiama l’attenzione dei giovani, le Giornate Mondiali della Gioventù. Milioni di ragazzi da tutto il mondo si danno appuntamento per pregare, cantare, fare festa insieme e soprattutto per ascoltare la voce del successore di Pietro che in tutto il suo servizio pastorale ha sempre indicato Gesù come l’unica risposta al senso dell’esistenza in quanto Via che conduce al Padre, Verità dell’uomo e di Dio, Vita piena e in abbondanza per tutti gli uomini. I giovani non sono stati “lisciati” da questo papa, tutt’altro. Fino alla fine è stato esigente con loro, gli ha indicato la croce, gli ha fatto capire che seguire Gesù costa fatica, che per costruire un mondo più giusto e umano occorre pagare di persona, che Gesù c’entra sempre con tutte le dimensioni della vita, personale e sociale, affettiva ed economica, c’entra con la scuola e con il lavoro. Ma forse è proprio per questo che tantissimi gli hanno voluto bene, per questa capacità di parlare al cuore, ma anche di mostrare senza sconti quanto è esigente il Vangelo. Non mi illudo, non saranno le GMG a cambiare il mondo – i giovani che vi hanno partecipato anche se tantissimi sono sempre una goccia nell’oceano di gioventù del mondo schiava dei drammi dell’umanità (fame, guerra, droga, delinquenza) – però sono convinto che anche grazie a questi raduni di massa è stato instaurato un bel dialogo con le giovani generazioni. È certo che non basta un papa che agita il bastone o che batte la mani a tempo di musica, ma sono persuaso che se da una parte i giovani rifiutano tutto ciò che sa di istituzionale dall’altra hanno dimostrato attaccamento ad una persona che pur ricoprendo una carica così importante sa stare e dialogare con loro in maniera semplice, mostrando un volto di Dio che piace.
 
Don Giovanni
   
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