insieme
         
Pasqua 2005, più che mai ricca di segni
       
La Celebrazione della Pasqua è già di per se ricca di simboli e gesti, quelli proposti dalla Liturgia del Triduo Pasquale per solennizzare la memoria degli eventi della nostra salvezza: la Passione, Morte e Risurrezione di Gesù. Ma non è propriamente di questo che voglio parlare (già è stato fatto nel numero scorso di Insieme), desidero invece proporre altri segni, quelli forse più impercettibili, quelli che per essere colti abbisognano di occhi e cuore attento. Sono alcuni segni importanti legati alle coincidenze, agli eventi, al modo di vivere i giorni santi della Pasqua.
Il primo segno a mio avviso importante è stata la coincidenza tra il giovedì santo e il 25° anniversario della morte di mons. Oscar Romero, assassinato il 24 marzo del 1980 mentre celebrava l’Eucaristia. Bello pregare per lui e per tutti i martiri missionari proprio nella sera in cui la Chiesa fa memoria dell’istituzione dell’Eucaristia. Una Eucaristia che diventa in questo modo vita donata, missione dalla quale nessun credente è esentato. Sulla scia di questa felice coincidenza i giovani, la mattina dopo, hanno riflettuto sul valore e sulla necessità della testimonianza dopo aver visto assieme il film che racconta l’opera del vescovo Romero che si è schierato apertamente dalla parte di chi non ha voce.Il segno importante legato agli eventi è il compimento della missione di Giovanni Paolo II. Abbiamo tutti impressi nel cuore le immagini di questo papa vecchio e malato che abbraccia il Crocifisso nella sua cappellina mentre nel Colosseo si celebra la Via Crucis.
Questo uomo di Dio è morto sabato 2 aprile, nel grande giorno di Pasqua (tutta l’ottava per la Liturgia è celebrata come un unico grande giorno), un ulteriore modo per testimoniare il suo personale rapporto con Gesù Crocifisso e Risorto. Non desiderava attaccamento alla sua persona, ma indicare il Maestro e invitare il mondo ad aprirgli le porte.
Il terzo ordine di segni riguarda lo spirito con cui si è vissuta la Pasqua in parrocchia. Penso all’intensa partecipazione ai riti della settimana santa, alla compostezza, al clima di preghiera. Mi hanno impressionato i momenti di silenzio durante la Via Crucis del venerdì santo, un silenzio interrotto solo dai passi della gente che vi partecipava e dalle “matraculas” e dalle “arraneddas” (in dialetto sardarese) fatte suonare dai confratelli. Penso inoltre alla realtà della Confraternita che svolge un servizio importante nella nostra comunità parrocchiale e che in quei giorni ha superato i quaranta elementi. Grazie ad essi le processioni si sono svolte in maniera ordinata e decorosa. A loro dobbiamo l’allestimento della rappresentazione sacra nella chiesa delle Anime davanti alla quale quasi un centinaio di persone nella mattina del sabato santo ha celebrato l’Ufficio delle letture, segno vero della Chiesa che prega davanti alla tomba di Gesù. Altro segno importante che annualmente si ripete è l’opera silenziosa delle donne che hanno preparato i vestiti del simulacro della Madonna e il lavoro delle preziosissime collaboratrici che settimanalmente curano la pulizia e il decoro della Chiesa. Infine, ci sono i segni personali, quelli che ognuno vive nel segreto della propria coscienza ripurificata grazie ai sacramenti della Confessione e Comunione ai quali tanti hanno partecipato. Ogni anno la Pasqua è sempre uguale nei riti, ma è sempre nuova nel dono di grazia che comunicano. I segni che vi ho proposto sono, a mio avviso, portatori di questa grazia di Dio e lui non si lascia vincere in generosità.
 
Don Giovanni
   
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