insieme
         
Entriamo nel giardino di Pasqua  
       
È un invito che ogni anno la Chiesa rivolge ai cristiani. Ogni credente è esortato ad entrare nel giardino del sepolcro vuoto per fare esperienza della Risurrezione di Gesù. Si tratta del cammino della fede compiuto da Maria Maddalena, da Pietro e da Giovanni prima e da ogni discepolo dopo. Un cammino che per la nostra comunità parrocchiale non è stato solo spirituale, ma anche fisico. Dal venerdì di passione alla domenica “in albis”, infatti, presso la Chiesa delle Anime è stato possibile entrare in questo giardino per contemplare la tomba vuota di Gesù. Si tratta di una rappresentazione allestita dalla Confraternita del Rosario con alcuni collaboratori esterni per aiutare ciascuno ad entrare nel clima della Pasqua. È stato il brano del Vangelo di Giovanni che ha ispirato la rappresentazione (Gv 20,1-8): Pietro e Giovanni che corrono al sepolcro per verificare ciò che ha loro raccontato Maria Maddalena. Il visitatore passando attraverso la spessa tenda veniva catapultato nel giardino del sepolcro di Gesù con tanto di alberi ed era portato a contemplare assieme a Pietro e Giovanni (costruiti artigianalmente) la tomba vuota, con la pietra rotolata di lato e al suo interno il basamento sul quale era stato deposto il corpo di Gesù, il lenzuolo piegato e le bende per terra. Dalla grotta scaturiva una forte luce segno dell’evento grande che si era compiuto. Alzando gli occhi, poi, il visitatore poteva scorgere sullo sfondo l’ombra del Golgota con le tre croci. Il tutto in un’unica scena per mantenere l’unità del mistero celebrato nel Triduo Pasquale di Morte e Risurrezione. L’opera era completata dal commento audio che a ciclo continuo raccontava i fatti della morte e risurrezione di Gesù su un sottofondo musicale tratto dalla colonna sonora della Passione di Gibson. Si tratta di un modo di evangelizzare, di presentare, con una metodologia diversa dal linguaggio celebrativo o catechistico, quell’unico messaggio fondamentale della Risurrezione di Gesù dai morti. Il linguaggio delle immagini colpisce tutti, credenti e non credenti, praticanti e non e noi come comunità cristiana siamo chiamati a servire tutti nel miglior modo possibile.
 
 
Don Giovanni
   
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