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Santo Natale: una benedizione per tutti |
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Fra due settimane con il Santo Natale si rinnoverà il ricordo della nascita di Gesù che è venuto sulla terra facendosi simile a noi in tutto fuorché nel peccato per la nostra salvezza.
Se noi uomini comprendessimo appieno questo grande dono certamente saremmo disposti a seguirLo e a mettere in pratica i suoi insegnamenti con maggior determinazione a costo di sacrifici e umiliazioni.
In questo tempo di riflessione ci proponiamo comunque desideri di conversione e di pace per la nostra vita interiore e per quella sociale e relazionale. Sicuramente facciamo qualcosa in più del solito per aiutare chi ha più bisogno di noi, magari approfittando della tredicesima. |
Ma la carità evangelica non consiste soltanto nell’offrire un aiuto economico, anzi a volte è più importante il sostegno morale di chi soffre, di chi vive l’ingiustizia, di chi si sente ed è emarginato; è più importante incoraggiare e ridare fiducia alle persone umiliate e offese, dimostrare un gesto di solidarietà per l’affermazione del giusto e del diritto negato.
Mi ritorna in mente una domanda che il relatore pose all’assemblea in una giornata di ritiro spirituale del RnS: “Quanto tempo impieghi ogni giorno a parlare bene del tuo prossimo?”
Come rivolta a me mi sono chiesta chi fosse il mio prossimo: sì, tutte le persone che mi stanno intorno e che incontro, a partire dalla mia famiglia, dai miei amici, ma anche dai miei colleghi di lavoro, dai miei alunni, fino ai miei compaesani e alle persone della mia comunità parrocchiale, ai miei sacerdoti. La visione d’insieme si amplia via via nello spazio e nel tempo. No, non è ancora il mio prossimo: mancano quelle persone che non sono state tanto simpatiche con me, che mi hanno un po’ ferito, che non hanno avuto fiducia in me, che mi hanno considerato “poco” o addirittura che mi hanno fatto del male. Secondo i principi evangelici devo benedirle, cioè dire bene di loro!
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Devo impiegare anche del tempo, molto tempo a dir bene di loro!
Sì, le devo apprezzare per ciò che sono, perché sono diverse da me e per il bene che fanno, per il lavoro che prestano, perché sono figli prediletti di Dio.
Allora devo benedire tutti: il mio pensiero va ai politici, agli uomini di cultura, agli studiosi, ai lavoratori, ma anche alle casalinghe, ai genitori, ai medici, agli operatori ecologici, ai contadini e agli operai , a chi offre se stesso per uno scopo sociale e umanitario, a tutti quelli che contribuiscono al progresso dell’umanità. Non è facile in un tempo in cui fanno notizia soltanto la critica amara e pungente, il crimine contro i deboli, cioè contro i bambini, gli anziani e le donne, le rapine, le truffe, le corruzioni, gli attentati terroristici e le guerre. A questo tipo di notizie siamo abituati dagli attuali mezzi di comunicazione piuttosto che a sentire il bene che si compie intorno a noi e nel mondo.
Ma anche nel nostro vissuto quotidiano, siamo più propensi a perdere tempo nella critica, nel giudizio affrettato, piuttosto che nella comprensione, nella tolleranza, nell’accettazione dell’altro e del suo modo di essere e di agire.
Su questo saremo giudicati alla fine, cioè sull’amore col quale avremo saputo intessere i nostri rapporti sociali e senza alcuna pregiudiziale! |
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Dina Madau |
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