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Dalla parte delle donne  
       
Le differenze, le diversità siano di provenienza geografica, religiosa o d’altro tipo sono ciò che rende il mondo un luogo interessante in cui vivere. Volendo scrutare il mondo femminile, vediamo che ancora oggi nascere donna significa essere legate a ruoli sociali e familiari, marginali o subalterni rispetto ai ruoli spettanti al genere maschile, anche se è quasi sempre la donna ad aver cura dei figli e della casa a cui si aggiunge il lavoro extradomestico, necessario per l’economia della famiglia e per una personale realizzazione. In ambiti occidentali l’essere donna non è più motivo di grossa emarginazione ma in altri paesi la situazione è ben diversa.
In Asia e in Africa essere donna spesso è motivo d’inferiorità nell’accesso al mondo del lavoro e dell’istruzione e causa di sofferenze e di abusi, fino a toccare punte estreme come “la strage delle bambine”. In Cina, a causa del controllo demografico che non permetteva più di un figlio a famiglia e, nell’India induista, la strage delle bambine, per altri motivi sociali e religiosi. Dal 1980 movimenti femminili si adoperano per combattere il cosiddetto “cancro della dote”.
In India la nascita di una bambina costituisce un grosso problema per la famiglia poiché per maritare una figlia è d’obbligo darle una grosse dote in danaro, gioielli o quant’altro tanto da indebitare i genitori per tanti anni o per tutta la vita, mentre avere un figlio maschio è il massimo dell’orgoglio poiché per un indiano induista il figlio maschio è colui che accenderà il rogo della pira che brucerà il corpo dei genitori al momento della morte. Essere donna, comunque, comporta sempre, in tutte le parti del mondo, un grosso rischio. La cronaca quotidiana è piena di fatti della peggiore violenza a danno delle donne, per cui occorre che la donna viva il suo ruolo generosamente ma anche con prudenza e attenzione. Inoltre, non dimentichiamo le grandi donne che in difesa dei diritti femminili hanno speso la propria esistenza.
 
Mariolina Lussu
   
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