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Quale futuro per il mondo agropastorale?
       

La grave crisi che sta colpendo il settore zootecnico, le rimostranze degli allevatori, l'abbandono dell'attività agropastorale con le ripercussioni di carattere economico, sociale e di ordine pubblico è un tema attuale.
Le recenti manifestazioni con il blocco dell'attività negli aeroporti isolani ha portato alla ribalta ancora una volta le problematiche dell'uomo della campagna. L'interrogativo che tutti si pongono è la ricerca di azioni politiche che possano promuovere soluzioni adeguate alla drammatica crisi che attraversa il settore.

Nelle aziende agricole l'età media degli operatori è al disopra dei cinquant'anni e la mancanza di un reddito sicuro allontana i giovani alla ricerca di altre occupazioni.
Il dramma sociale che si sta consumando deve essere affrontato in tempi molto rapidi prima che le analisi di tipo sociologico e antropologico ci facciano sfuggire un problema che sarà di ordine pubblico. I sindaci e amministratori comunali confermano la preoccupazione degli addetti ai lavori e si fanno interpreti di un rapido intervento prima che il problema possa sfuggire alle autorità preposte alla "quiete pubblica".

La pecora sarda è tra le migliori razze al mondo per la produzione del latte. I nostri allevatori sono bravissimi a far produrre i loro greggi raggiungendo delle ottime produzioni che poi non trovano un mercato favorevole.Non possiamo chiedere che loro si occupino anche del mercato, questo è compito delle istituzioni e degli industriali. Dobbiamo riappropriarci del nostro prodotto sottraendolo al monopolio degli industriali, favorendo la mentalità associativa con maggiore responsabilità. La crisi del settore è sotto gli occhi di tutti, ma se da una parte gli allevatori hanno onorato i loro impegni con le produzioni di qualità imposte dalle regole comunitarie, dall'altra gli industriali hanno fatto molto poco per cercare nuove fette di mercato diversificando anche le produzioni. Il prezzo del latte non viene imposto ma esso segue la legge di mercato della domanda e dell'offerta. I punti cruciali su cui intervenire sono: l'abbassamento del costo di produzione del litro di latte e la ricerca di nuovi mercati. Il problema deve essere affrontato con un intervento straordinario del Governo Nazionale come fece con il parmigiano reggiano. Il primo provvedimento potrebbe essere quello del Ministero dell'Interno e della Difesa per il consumo del formaggio sardo nelle mense dell'esercito e degli istituti penitenziari. I centomila addetti al settore devono essere considerati alla stregua di qualsiasi grossa industria in crisi e tutelati per salvaguardare la prima e l'unica industria sarda che è la pastorizia.
 
Franco Gioi
   
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