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27 GENNAIO: IL GIORNO DELLA MEMORIA
       

Dobbiamo far memoria di ciò che è stata la guerra, il nazismo, il fascismo, le leggi razziali, una tragedia che ha coinvolto e sconvolto tutta l'Europa. Pochi sono quelli che sono tornati vivi rispetto ai milioni di morti. A settembre a Taranto è morta a ottantasei anni una donna straordinaria sopravvissuta agli orrori di ben quattro campi di sterminio dove ha lasciato la sua giovinezza, i suoi sogni e la sua salute. Non starò a raccontare le sofferenze vissute da lei tra il 1938 e il 1945, se volete ( e giovani dovrebbero!) potete leggere le sue memorie nel suo libro: "Il silenzio dei vivi". Elisa Springer nasce a Vienna e comincia a prendere coscienza del suo essere ebrea austriaca nel '38 quando la sua patria venne annessa alla Germania formando il grande stato germanico a cui Hitler ambiva.

Uno per uno, la sua famiglia e i suoi parenti furono arrestati, solo una zia materna si salvò e fu lei ad accoglierla quando nell'agosto del '45 Elisa malata e senza coscienza fu salvata dall'esercito russo entrato per primo nell'ager a raccogliere i mucchietti di ossa che avevano ancora un fil di vita. Tornata a Vienna, larva umana, che la zia non riconosce stenta a riafferrarsi alla vita. Elisa si aspettava che tornando tra i vivi il mondo pentito della propria indifferenza accogliesse i pochi reduci come martiri innocenti, quali in realtà erano. Ma non fu così. Dov'era il luogo per una sopravvissuta di ventisei anni senza casa, famiglia e radici?
Poiché aveva anche la cittadinanza italiana prese il treno con altri sventurati che tornavano in patria, passando per Bolzano tanti erano li a salutarli sventolando fazzoletti e offrendo frutta: gesti d'amore per chi aveva patito ogni sorte di sofferenza. L'attaccamento alla vita, l'estrema speranza di farcela, la presenza di Dio che vedeva flagellato e percosso nei fratelli di sventura l'aveva sostenuta ma la Sua presenza fu smarrita insieme al proprio nome sostituito da un numero nella sua carne bruciata. Ritrova Dio mentre viene restituita alla vita, viva in un modo di morti. Elisa sa di essere rimasta in vita per difendere la memoria di tutti i suoi compagni. Per troppi anni ha dovuto soffocare i suoi ricordi per l'indifferenza e il disprezzo di tanti che rinnegavano queste pagine tristi e vergognose della storia europea. E finalmente incoraggiata da suo figlio comincia a raccontare le sue memorie. La grandezza di questa donna è, soprattutto, quando parla di perdono anche per i suoi carnefici senza peraltro assolverli. Sentimenti sublimi che certo provenivano dalla sua fede. Con il suo dolce sorriso diceva: "Io sono una cattolica-ebrea o meglio una ebrea-cattolica". Una donna dal coraggio incredibile a quale non è mancato un ultimo dolore: la perdita del suo unico figlio, lui che era il suo domani.
 
Lussu Mariolina
   
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