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Una tragedia epocale  
       

Sessant'anni fa gli ebrei venivano liberati dai campi di sterminio nazisti. Come non fare una riflessione su questa tragedia epocale? Sembra quasi riduttivo dedicare una sola giornata alle milioni di vittime dell'Olocausto.

Sarebbe più costruttivo se la vivessimo tutti con commozione, tristezza, ma soprattutto facendo una profonda riflessione su come troppo spesso l'odio può mietere vittime. Eppure, nonostante tutto ciò che è accaduto, in tutto il mondo ci sono ancora focolai di antisemitismo. Dobbiamo arrivare a capire che né una religione, né una razza è legittimata a compiere le atrocità volute dal nazismo; la cosiddetta "soluzione finale" voluta da Hitler, cioè lo sterminio di un intero popolo, altro non è se non l'apice dell'odio, una "macchina della morte" che ha portato solo sofferenza e distruzione. Mi fanno rabbrividire le svastiche sui muri, le frasi razziste e mi fanno paura i saluti nazisti allo stadio, vuol dire che la storia non ci ha insegnato nulla? Ma allora se la memoria storica non basta, sfido chiunque covi odio antisemita ad andare ad Auschwitz o più semplicemente alla Risiera di Trieste per poter vedere con i propri occhi tutti gli strumenti di tortura e ciò che rimane dei forni crematori.
Le immagini dei volti dei deportati che la televisione trasmette non possono lasciarci indifferenti, devono toccarci il cuore, in lingua ebraica questa giornata è anche definita come "shoah" che significa "sterminio, annientamento" ed è emblematico come in una parola così breve possa racchiudersi una sofferenza così grande. Cerchiamo quindi di lottare pacificamente per la libertà di tutti per non dimenticare e se non riusciamo a dare una risposta a questi fatti agghiaccianti così come affermava Primo Levi, per il quale non poteva esserci un perché, proviamo almeno a guardare al futuro con occhi diversi, con la speranza che la coscienza umana non possa più concepire simili atrocità.
 
F. O.
   
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