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De Gasperi e la rinascita dell’Italia  
       
A sessant’anni dalla fine della guerra, stampa e televisione ci hanno offerto molto materiale storico e rievocativo, mentre per alcuni decenni il manto del silenzio era calato sulle nostre tragiche vicende. Bisogna che i fatti si sedimentino a lungo per valutarli con più obiettività storica. Sono tanti coloro che possono testimoniare da protagonisti sulle vicende che travagliarono l’Italia e l’Europa tra il 1940-1945. Qualche giorno fa una film ha ricordato la figura di Alcide De Gasperi, protagonista per tanti anni della storia italiana dedicando tutte le sue energie alla ricostruzione del Paese. Nel 1918 si era adoperato, da buon trentino, per l’ammissione della popolazione trentina all’Italia e nel 1921 era già deputato del Partito Popolare e ne fu il capo sostituendo Don Sturzo, il quale, con l’avvento del fascismo fu esiliato. Con De Gasperi il Partito Popolare prese il nome di Democrazia Cristiana. Per il suo dichiarato antifascismo fu in carcere per 16 mesi e fino alla fine della guerra lui e la sua famiglia furono perseguitati e allontanati da qualunque lavoro. In questo periodo la sua primogenita per presentarsi agli esami universitari doveva vestire la divisa fascista e lo fece all’insaputa del padre. Caduto il fascismo De Gasperi divenne Ministro e dal 1945 al 1953 Presidente del Consiglio, e come tale firmò il Trattato di pace. Superando l’umiliazione di rappresentare una nazione sconfitta seppe perorare per le sorti d’Italia sia in Francia che negli Stati Uniti e a questi ultimi chiese un aiuto concreto per il nostro Paese ridotto alla fame. Fu certo persuasivo se molto presto scattò il piano Marshall, grandissimo soccorso per Italia distrutta. Dedicò tutte le sue energie al buon governo alleandosi con i partiti laici moderati, respingendo i nostalgici fascisti, in questo modo preoccupando il Papa Pio XII, impaurito che il Paese cadesse sotto l’egemonia del comunismo e quindi della Russia di Stalin. Nel suo film la regista Cavani oltre la figura politica di grande rilievo e dirittura morale mette in luce l’uomo di fede, marito e padre esemplare di quattro figlie. Si adoperò che anche le donne avessero diritto al voto, diceva sorridendo “Come potrei non battermi per questo avendo cinque donne in casa?”. Governò con grande capacità e onestà tanto da attirarsi il rispetto dell’opposizione. Non possedeva una casa finché con una sottoscrizione gli fu donata dagli italiani. Alcide De Gasperi morì a Sella Valsugana nel 1954, quando l’Italia cominciava a ricucire le sue ferite e a guardare con speranza il futuro. Nel tempo Villacidro lo ricordò dedicandogli una via.
 
Mariolina Lussu
   
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