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Il SABATO SANTO

 
       

Il sabato Santo la Chiesa sosta in preghiera presso la tomba di Gesù fino alla celebrazione della Risurrezione di Gesù. Per esprimere anche comunitariamente questa sosta orante, anche quest’anno reciteremo l’Ufficio delle Letture e le Lodi nella chiesetta delle Anime.

Tutta la tensione di questa giornata è indirizzata verso la solenne Veglia Pasquale, la madre di tutte le veglie, per dirla con S. Agostino. Questa celebrazione si compie nella notte ed è così composta: Liturgia della Luce. All’esterno della chiesa viene benedetto il fuoco nuovo e con esso si accende il cero pasquale simbolo di Gesù risorto. Si entra processionalmente nella chiesa buia e pian piano si accendono le candele dell’assemblea. Culmine di questa prima parte è il canto dell’Annunzio pasquale (Exultet). Liturgia della Parola. La Chiesa medita attraverso le letture e i salmi sulle meraviglie compiute da Dio per il suo popolo fin dalla creazione del mondo.
Culmine del momento sarà il canto del gloria con l’epistola e il Vangelo della risurrezione. Liturgia battesimale.
È il momento in cui i battezzandi rinascono a nuova vita, insieme a loro tutta la comunità rinnova le promesse del proprio battesimo dopo aver invocato i santi e invocato sull’acqua la potenza dello Spirito. L’acqua sul capo del battezzando è segno efficace (sacramento) del nostro immergerci nella morte e risurrezione di Gesù. Liturgia eucaristica. È il culmine a cui tende l’intera celebrazione. Battezzati in Cristo morto e risorto, illuminati dalla sua vittoria sulla morte, rinfrancati dal lieto annunzio della sua Parola, ora mangiamo il suo Corpo per fare comunione con Lui e tra di noi, per farlo entrare in tutte le fibre del nostro essere e della nostra esistenza.
Sono giorni santi quelli che ci prepariamo a vivere. Ogni anno la Pasqua è sempre uguale nei riti, ma sempre nuova nella grazia che dona alla nostra vita. Occorrono occhi attenti per cogliere la ricchezza del linguaggio simbolico, ma anche cuore pronto per non perdere nulla di quella salvezza che Dio vuole donarci senza alcun merito da parte nostra.
Don Giovanni
   
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