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Lettera al giornale  
       
Le invio brevi note di commento sull’incontro dibattito “Verso la Provincia del Medio Campidano” tenutosi a Villacidro presso il Ristorante Italia ’90. Preliminarmente, sento il dovere di compiacermi per aver conosciuto un giovane compaesano, Francesco Muscas, che ha aperto e chiuso i lavori, presentando i relatori e gli argomenti trattati, con notevole capacità di sintesi, essenzialità, proprietà e competenza, doti decisamente moderne, degne di sincera e sentita lode.
Il primo relatore, Alessandro Frau, ha evidenziato le gravi carenze e lo stato di perenne endemico sottosviluppo del Medio Campidano, e quindi la necessità di far emergere tale doglianza di fronte alla protervia della Provincia di Cagliari sempre e solo vicina al capoluogo ed ai suoi più immediati confini, ma sempre lontana dalle tragiche necessità di tutti gli altri appena più distanti. Da una sistematica elencazione di numerosi elementi di carenze per uno sviluppo del territorio interessato, ivi compreso un grave stato di disoccupazione, emerge l’esigenza della nuova provincia ampiamente giustificata dal bisogno di far anche solo conoscere prima le proprie lamentele e quindi tentare di risolvere gli annosi problemi, creando anche tra i cittadini uno spirito e una convinzione che creino un humus solidale e generante. Nota di particolare merito deve attribuirsi al secondo relatore, Paolo Maninchedda, il quale approfondendo i concetti del primo, ha in premessa espresso con tutta onestà intellettuale e culturale le perplessità che tutti abbiamo nella creazione di nuova e ulteriore burocrazia. Siamo ben consci che burocrazia ha sempre creato, e in forma esponenziale, altra burocrazia e, quel che è peggio, in forma innaturale. Ma tant’è se per raggiungere un risultato dobbiamo pagare uno scotto, dobbiamo rassegnarci, perché il risultato sia la vera ed unica meta. Il terzo relatore, Francesco Pigliaru, ha trattato la presentazione dell’ultimo bilancio regionale cercando un collegamento con le esigenze dell’argomento in discorso. Con tutta franchezza devo riconoscergli altrettanto competenza e serietà professionali, specie allorché ha trattato il punto “sulla necessità e sulla opportunità di finirla con le elargizioni di capitali e fondo perduto”, fonti solo di esigenze clientelari. Finalmente, mi è parso di sentire una musica di economia politica, risalente ai ricordi lontani e di tale fatto ringrazio il relatore. Ritengo riuscitissimo il dibattito. Che sia la volta buona?
 
Antonio Spada
   
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