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I tre giorni più importanti dell’anno

 
       
«Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà». Tra i tanti testi patristici della Liturgia delle Ore quello nel quale è contenuta la frase appena citata è uno tra i miei preferiti.
Lo si legge come seconda lettura dell’Ufficio del sabato santo che da qualche anno celebriamo in forma comunitaria nella chiesetta delle Anime. «Svegliati, tu che dormi». Cristo, il nuovo Adamo obbediente, scende negli inferi e prende per mano il primo Adamo disobbediente per farlo rinascere a nuova vita e condurlo nel regno dei cieli. Questo brano aiuta il credente ad affacciarsi sull’immensità di significato del mistero pasquale e nello stesso tempo lo scuote dal torpore di un cristianesimo vissuto tiepidamente per farlo risorgere ad una fede forte, ad una speranza che non muore e ad una carità assunta come stile normale di vita e non solo in occasione di tempi o circostanze forti.

Vivere annualmente il mistero pasquale ha questo significato. Dopo i 40 giorni del deserto quaresimale si giunge alla celebrazione della nostra salvezza. Tutto il contenuto della nostra fede ruota attorno a questo evento fondamentale: la morte e risurrezione di Gesù. Se escludiamo questo fatto, la nostra fede è una burla e ogni volta che varchiamo la soglia di chiesa perdiamo tempo. L’invito, invece, è quello di lasciarci illuminare dal Cristo vittorioso sul peccato e sulla morte e coinvolgerci con lui in questo passaggio dalla morte alla vita per realizzare sempre di più il progetto universale di salvezza del Padre. La celebrazione annuale della Pasqua (da cui discende quella settimanale della domenica) ha sempre avuto grande importanza nella vita della Chiesa: attraverso i riti della Settimana santa la comunità cristiana rivive al presente la salvezza operata da Cristo 2000 anni fa con l’offerta della sua vita. Ecco perché si parla di “memoriale” e non di semplice ricordo: l’evento passato diventa attuale per ciascuno di noi. Il triduo pasquale forma un’unità inscindibile, inizia con la Messa vespertina nella Cena del Signore e si conclude con i vespri della domenica di risurrezione.

 
Don Giovanni
   
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