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Radio Storia  
       
Continua il nostro viaggio attraverso gli strumenti d’informazione di massa, abbiamo iniziato lo scorso numero con la televisione e questa volta, invece, parliamo di un mezzo che, nonostante gli anni, non ha perso la sua importanza: la radio.Infatti anche se il potere dell’”intrattenimento” si è spostato, con il tempo, verso la televisione, la radio non ha subito il crollo predetto da molti. Tutt’oggi viene ascoltata da milioni dipersone, sia per accompagnare le attività lavorative,sia come compagnia durante i viaggi in
auto. Con gli anni, naturalmente, la funzione della radio, ma soprattutto il modo di trasmettere si è evoluto; nel 1910 il Governo ha un controllo esclusivo sull’attività radiofonica, che per il momento è utilizzata solo per scopi militari e per comunicazione postale. Nel 1924 nasce l’URI (Unione radiofonica italiana), una società di proprietà privata che comunque deve sottostare all’obbligo di mettere a disposizione del Governo gli impianti per la diffusione delle notizie di interesse pubblico che quest’ultimo voglia diramare.
Nel 1927 l’URI si trasforma in EIAR (Ente italiano audizioni radiofoniche) e nel 1935, infine, tutte le competenze sulla radiofonia vengono concentrate nelle mani del nuovo ministero: il Ministero della stampa e propaganda. Il fatto che il regime fascista voglia l’assoluto controllo sull’emittenza radiofonica si spiega alla luce della diffusione che la radio sta avendo nel paese e dell’impatto che questa produce sulle coscienze dei cittadini. Proprio per questi motivi i regimi fascista e nazista faranno ampio uso della radio per sostenere le proprie ideologie e per diffondere lo spirito belligerante durante la guerra. Si trattava di apparecchi certamente “diversi” da quelli che utilizziamo noi oggi e la ricezione non doveva essere delle migliori, ma si trattava di strumenti che per l’epoca avevano un grosso valore, nel 1930, infatti un moderno apparecchio radio a valvole costa più di un’automobile. Negli anni ’50 nasce la RAI e la radio continua a essere largamente utilizzata, anche perché solo in pochi possono permettersi la televisione, la scelta delle emittenti è limitata, fino a quando negli anni ’70 sorsero innumerevoli iniziative di emittenza privata locale, è il periodo delle cosiddette “radio libere” che prolificano dappertutto. Nel luglio dello stesso anno Renzo Arbore e Gianni Boncompagni inaugurano il programma “Alto Gradimento” che avrebbe rivoluzionato il modo di parlare agli ascoltatori. Da allora sono nate molte emittenti radiofoniche, tutte caratterizzate da un forte coinvolgimento di pubblico, con giochi, dediche musicali, etc…questo perché il tipo di attenzione che si presta nell’ascoltare la radio è meno ipnotico della TV e permette alla radio di essere un mezzo di compagnia che non ha eguali e che con gli anni non ha perso il suo fascino.
       
Francesca Ortu
   
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