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Beata Anna Shaeffer  
       
La storia di Anna Schaeffer è la testimonianza di come i progetti degli uomini sono nelle mani del Signore. Anna Schaeffer, tedesca, nasce il 18 febbraio 1882. Il suo più forte desiderio, già da bambina, era quello di diventare suora e di partire missionaria in terre lontane. Di umili origini, dovette andare a servizio presso una famiglia facoltosa per potere accumulare quanto era necessario per un po’ di dote che occorreva per entrare in convento.
Ma, l’improvvisa morte del padre, falegname, la costrinse a rimandare quel progetto. Cinque erano i suoi fratelli più piccoli che doveva aiutare a crescere. Trascorrono per lei anni di duro lavoro. Mentre i fratelli crescevano, le si risvegliava il sogno di partire missionaria. Il 14 febbraio 1901, a soli diciannove anni, invece, un incidente mentre lavorava in una lavanderia, la blocca, invalida, a letto. Nel tentativo di evitare il crollo di una canna fumaria cade dentro una vasca di acqua calda con dell’acido. Riporta ustioni gravissime alle gambe. Venne curata in ospedale e poi per mesi in un grosso centro medico specializzato. Le piaghe erano dolorosissime e sempre molto gravi. Inizia così il suo lungo calvario, difficile da accettare e da sopportare. Per Anna una disgrazia dopo l’altra.
La sua famiglia intanto diventava sempre più povera e lei prigioniera della sua condizione, soffriva oltre che per il dolore delle ustioni anche per non potere essere più di aiuto. La sua fede autentica sembrava non sostenerla, si sfoga con i familiari, con le amiche, cerca conforto nel suo parroco. Ma la conquista della rassegnazione e della serenità, giunge dopo un lento lavorio interiore che la porta a convincersi che anche da inferma può ugualmente compiere la sua missione e sente che è il Signore che gliela affida.
Intanto le sue condizioni di salute peggiorano: sopraggiungono la paralisi alle gambe, l’irrigidimento del midollo spinale e un tumore all’intestino. Tuttavia, quel letto a poco a poco diventava un punto di riferimento per le tante persone che si recavano da lei per chiedere consigli. Anna si sente, nonostante tutto, necessaria, quasi indispensabile per tutte loro. Nel settembre 1925, una caduta da letto le toglie la voce. Si spegne sussurrando: “Gesù, io vivo in te”. Anche dopo la morte resta una presenza forte nel suo mondo bavarese. Sepolta in un primo momento nel cimitero del suo paese, successivamente le sue spoglie vengono traslate nella chiesa parrocchiale. Papa Giovanni Paolo II, nel 1999, la ha proclamata beata.
 
   
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