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Il via al nuovo anno scolastico  
       
Come da calendario del Ministero della Pubblica Istruzione, in tutte le regioni della nostra penisola, ha avuto puntualmente inizio il nuovo anno scolastico e otto milioni di studenti sono tornati così a cimentarsi nel loro impegno dopo la pausa delle vacanze estive. A Villacidro, solamente nella scuola Primaria di via Cavour, le lezioni hanno avuto inizio con una settimana di ritardo per il protrarsi dei lavori di adeguamento del caseggiato.
Il nostro Circolo Didattico ha una popolazione scolastica di circa mille alunni. Rispetto a dieci anni fa, a causa del calo delle nascite, le classi sono meno numerose, ma è pur sempre abbastanza corposo e impegnativo da gestire. La Riforma Moratti ha dato una svolta a tutto il sistema scolastico e dopo un primo anno di “assaggio” e di vivace incertezza, la complessità gestionale sembra stia trovando un suo equilibrio. Questo però accade per ogni cambiamento.
Da una statistica è emerso che non tutte le scuole italiane avevano attuato la Riforma e che laddove si è avviata, ha avuto una partenza lenta e faticosa. La Scuola dell’Infanzia e quella Primaria, quest’anno, stanno sperimentando una delle novità della legge, quella dei nuovi limiti di età per l’ingresso nel mondo della scuola. I genitori hanno avuto la facoltà di inserire i loro figli nella scuola dell’infanzia a due anni e mezzo e a cinque anni e mezzo nella primaria. L’iscrizione di queste due fasce d’età non erano obbligatorie, ma era facoltà del genitore scegliere il così detto anticipo. Il nostro Circolo Didattico ha dato vita così alla sezione “Primavera”. Questa è composta da 12 bambini anticipatari, ovvero quelli che compiranno i 3 anni entro il 28 febbraio 2006. Gli alunni della Primaria, coloro che compiranno invece i sei anni ugualmente entro lo stesso 31 marzo 2006, sono invece distribuiti nelle diverse classi prime a seconda dello stradario o dietro specifica richiesta dei genitori. Per mesi l’interrogativo che circolava fra gli esperti della formazione e nell’ambiente della scuola in genere, è stato quello di comprendere se fosse giusto “forzare i tempi”. I pareri come spesso accade non vanno tutti nella stessa direzione. Chi sostiene che si tratti di un errore pedagogico e chi invece pensa che sia una decisione opportuna e utile. Questa innovazione nella scuola italiana presuppone una forte responsabilità e competenza da parte del corpo docente dei due livelli scolastici. Le insegnanti della scuola dell’infanzia si trovano a dovere accelerare alcuni apprendimenti per facilitare l’inserimento dei bambini alla primaria, consigliando alle colleghe metodologie di apprendimento ancora legate al gioco. Al tempo stesso il loro intervento educativo dovrà assumere un indirizzo pedagogico differente verso i bambini più piccoli di tre anni con i quali dovranno interagire proponendo un’azione educativa ancor più individualizzata. Una sfida dunque, quasi una scommessa, alla quale non ci si può sottrarre. La volontà di fare bene da parte degli insegnanti non manca, tuttavia è inevitabile sottolineare alcune carenze di supporto a questo cambiamento che è indispensabile perché tutto funzioni al meglio. Ci si troverà ad affrontare un impegno non proprio facile anche perché la figura dell’assistente, in entrambi i corsi scolastici, non è più prevista. Dunque tutto ricadrà sull’insegnante che si troverà più volte nella situazione di assolvere anche a qualche incombenza che non è propria del suo ruolo. La buona riuscita di questo primo anno di sperimentazione sarà tuttavia frutto del grande impegno dei singoli operatori. Tutti concorreranno, ognuno con le sue peculiarità, al raggiungimento di risultati ottimali e di crescita di una scuola che cerca sempre di migliorare e di andare davvero al passo coi tempi.
 
M.Rita Marras
   
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