insieme
         

Il pranzo del giorno di Pasqua

Chi di voi, papà e mamme di famiglia, quando si avvicina la settimana santa e quindi la Pasqua oltre alle pulizie in grande della casa non si preoccupa anche del pranzo del giorno di Pasqua? Dove lo facciamo? Chi invitiamo? E i figli sposati? Riusciremo ad averli tutti o dovranno andare dagli altri suoceri? E i nonni verranno da noi o dagli altri fratelli o sorelle sposati? Uffa, perché sempre da loro, quest’anno tocca a noi! E perché non facciamo un grande pranzo di famiglia dove non costringiamo i nonni a dividersi e a prendere decisioni difficili? E cosa mangiamo? Il capretto!!. Ci siamo dimenticati di ordinarlo in macelleria! Però una bella pasta al forno… No! Meglio un buon maialetto e poi magari i gamberoni! Costano un sacco! Facciamo un pranzo buono, ma senza spendere troppo! L’importante è stare insieme! Chi di voi non ha mai fatto questi discorsi sollevi la mano! Già l’importante è stare insieme… ma stare insieme come?! Vi sarete resi conto come nelle attività pastorali della parrocchia noi sacerdoti assieme agli operatori (catechisti, animatori) stiamo puntando tanto sulla centralità della famiglia. La famiglia protagonista di tutti gli eventi della vita parrocchiale, quella famiglia che diventa il segno grande dell’amore di Dio per l’umanità. La famiglia al centro nella celebrazione dei sacramenti dei figli (pensate alle prime comunioni), la famiglia che ringrazia Dio alla Messa domenicale, la famiglia che festeggia il papà o la mamma, o i nonni, la famiglia coinvolta in tutte le attività della catechesi e dell’oratorio… Insomma è la nostra prima preoccupazione, ad essa offriamo tutti i nostri sforzi di evangelizzazione. Ma ora arrivo al dunque! Volete che a noi stia a cuore solamente che essa partecipi alle celebrazioni in chiesa e non anche che stia in pace e che viva serena in casa, nel lavoro, nel tempo libero, nella scuola? Abbiamo mai riflettuto seriamente sull’importanza del pasto consumato insieme? Certo oggi i ritmi della vita spesso non ci concedono di mangiare sempre tutti riuniti attorno alla stessa tavola. Ma ci sono occasioni speciali nelle quali condividere il cibo allarga il cuore e lo riempie di gioia, dona serenità e pace, allieta la vita e alleggerisce le difficoltà. Mangiare lo stesso cibo dispone alla collaborazione, alla solidarietà, intensifica le relazioni e rafforza i legami. Pensate a Gesù! Nei Vangeli sono più le volte che lo incontrate seduto a mensa delle volte che lo trovate in luoghi sacri! Pensate agli insegnamenti di Gesù durante i banchetti: Zaccheo, Levi, Marta e Maria… E la parabola del Padre misericordioso non si conclude con una festa a base di vitello (quello grasso per di più, quello allevato per le grandi occasioni)? E l’ultima cena di Gesù forse che il contesto non era la cena pasquale? Penso che come cristiani dobbiamo recuperare il valore del cibo condiviso in fraternità e imparare a rivolgere a Dio la nostra preghiera di lode non per benedire il cibo che è già buono, ma per benedire Dio creatore e ringraziare il Signore Gesù presente in mezzo a noi. So bene che non è facile imparare a pregare insieme prima di ogni pasto, ma almeno in certe circostanze dovremmo almeno provarci. Forse dove ci sono bambini è più facile. Loro non hanno tutte le nostre difficoltà. Ecco allora la proposta: vorremmo invitare ogni famiglia a vivere un brevissimo momento di preghiera prima del grande pranzo pasquale. Nell’ultima pagina del giornale troverete un piccolo schema che volendo potrete utilizzare. Vedrete che ne varrà la pena, e la gioia dello stare insieme sarà piena perché non vi sarete dimenticati dell’ospite più atteso che è il Signore risorto. Pensate… le famiglie della nostra parrocchia che si rivolgono a Dio con le stesse parole… semplicemente straordinario! Buon appetito!

don Giovanni

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