Donata alla Parrocchia una corona d'argento per la Madonna de S'Incontru

Fin’ora l’antico simulacro della Madonna che si porta la Domenica di Pasqua per la suggestiva processione de S’Incontru lo si abbelliva con corone prese a prestito tra quelle presenti in Parrocchia. Nessuna di esse si conformava pienamente al simulacro, ma ci si accontentava lo stesso, facendo – come si suole dire – di necessità virtù. La Pasqua dello scorso anno, il parroco espresse il proposito di risolvere il problema in via definitiva. Comunicò la sua intenzione al gruppo di signore che cura, ogni anno, il rituale della vestizione del simulacro, ottenendo immediatamente una risposta convinta ed entusiasta. Giusto il tempo di riordinare le idee e di organizzarsi per reperire la somma necessaria e dare il via alla realizzazione. Diciamo subito che la corona è stata donata da un’unica famiglia (i coniugi Giovanni e Maria Muscas). A questi benefattori va il grazie sincero dell’intera comunità parrocchiale. L’opera, studiata ad arte per cingere il capo della Madonna, è stata realizzata dalla ditta villacidrese F.O.A.G. di Marrocu. Si tratta di una corona in argento 925‰ lavorata interamente a mano. Il peso complessivo è di grammi 315. Per la sua realizzazione sono state utilizzate diverse pietre e perle di diverso colore e i materiali non sono casuali, ma esprimono una simbologia molto precisa. E così le perle di mare bianche simboleggiano la purezza della Vergine Maria, le granate di colore amaranto indicano la passione, mentre le ametiste di colore viola raffigurano la quaresima. Il disegno dei sei steli vuole rappresentare in qualche modo le palme pasquali e anche la scelta di intersecare tra una stele e l’altra la figura di angeli non è casuale. Si tratta di un oggetto sobrio nei disegni, non sfarzoso, ma rilucente, proprio per significare la gioia della Madre che incontra suo Figlio Gesù. Dal canto suo l’azienda che lo ha prodotto ci tiene a sottolineare che si tratta di un disegno, di uno studio e di una elaborazione a più mani e che è suo desiderio “condividere l’orgoglio di questa realizzazione con chi si è adoperato per programmarla e, soprattutto, con la comunità cristiana di Villacidro”.

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