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Stupidità e cattivo gusto

Alla fine di luglio un collega mi ha passato una segnalazione scaricata da internet riguardante un diario scolastico zeppo di volgarità e sconcezze. Edito a Milano, risulta già distribuito in tutto il territorio italiano. Di proposito scelgo di parlarne con discrezione e senza indulgere in particolari, così da evitare una pubblicità indiretta. La segnalazione, infatti, intende denunciare il contenuto del diario e non incoraggiarne l’acquisto. Le espressioni scandalose abbondano e riguardano molti aspetti del vivere sociale. E’ possibile cogliere attacchi a genitori e anziani, a normali stili di vita, a valori essenziali dell’educazione e del rispetto verso il prossimo. Insomma, quanto di buono e di valido esiste a livello educativo viene ridicolizzato e annientato con linguaggi giovanilistici che scivolano nella stupidità e nel cattivo gusto. Perché il lettore non pensi che si tratta di un giudizioStupidità e cattivo gusto strettamente personale, mi piace riportare gli interventi di alcuni personaggi del mondo della cultura, politico e sindacale che non può essere certamente tacciato di facile moralismo e/o bigottismo. Il capogruppo della Commissione Cultura, Roberto Poletti dei Verdi, ha affermato all’indomani della pubblicazione del diario: “E’ una vergogna che un editore abbia consentito una simile pubblicazione. Una simile accozzaglia di stupidità non può stare sui banchi di scuola, luogo per eccellenza di educazione e serietà. Non è questa l’educazione che vogliamo per i nostri figli”. Il segretario generale del Sindacato pensionati Cgil, Betti Leone, aggiunge: “Non bisogna comprarlo, anzi bisogna coinvolgere i ragazzi in una discussione seria. Bisogna capire perchè a qualcuno è venuto in mente che un simile prodotto possa funzionare sul mercato…”. Infine, Antonio Marziale, Presidente dell’Osservatorio sui diritti dei minori, ha commentato: “Non basta che il diario contenga…l’invito a non prendere seriamente i contenuti. Non c’è ragione infatti che giustifichi quella che è una e vera e propria induzione alla maleducazione”. Questi commenti, come si vede, non provengono da un mondo cattolico “tradizionale” che da taluni viene tacciato di chiusura moralistica e di poca apertura alla modernità, ma da settori tendenzialmente aperti alle novità di un mondo in continua trasformazione. Se, dunque, anche i settori più laici della politica e della cultura, in questo caso sono insorti chiedendo il ritiro della pubblicazione dalle librerie, appare evidente che ci troviamo di fronte ad uno strumento estremamente diseducativo e in nessun modo associabile all’idea di scuola e di istruzione. Dopo questi commenti, appare superfluo insistere nell’esortare i genitori a rifiutare l’acquisto di un diario che fa della scurrilità e della volgarità, dell’offesa a genitori e anziani, il filo conduttore dei suoi contenuti. Non cito nemmeno il titolo perché davvero si tratterebbe di un risalto assolutamente mal riposto. Come genitori, impariamo ad acquistare i sussidi che con positività ci supportano nella nostra opera di educatori e di formatori alla vita. Sarebbe bello che il fallimento di questa pubblicazione venisse determinato proprio dalle famiglie.

M.Rita Marras

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