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Senza regole non si educa

La cronaca degli ultimi tempi ci presenta scenari inquietanti di bullismo: ragazzi violenti, pronti ad abusare di qualche bimba o a maltrattare il compagno di classe handicappato. Bravate, verrebbe da dire, se si considera l’età delle persone interessate, ma…di fronte a fatti tanto gravi riesce difficile immaginare che non ci sia consapevolezza del male fatto. Oltretutto, con cinismo, si registrano le scene e le si mettono in internet; possibile che tutto ciò si possa fare per gioco? In passato il passatempo preferito da ragazzini di undici dodici anni era il pallone, le corse in bici e il nascondino nei cortili di casa. Senza regole non si educa
Oggi bambini e ragazzi trascorrono gran parte del tempo libero davanti alla tv o al computer. Il genere di giochi che riscuote il maggior successo è quello violento. La paura di molti è quella di una "assuefazione" alla violenza. Alcuni psicologi sostengono che videogiochi particolarmente violenti possano in qualche modo condizionare il comportamento delle persone ancora prima dell'età adolescenziale. Secondo il parere di un noto neurologo,“il cervello di bambini e adolescenti che abusano di videogame violenti è come una macchina senza freni, lanciata a tutta velocità. Questo nutrirsi di violenze sempre più estreme candida i ragazzini a diventare “adulti bonsai”, privi di ingenuità e magia ma ad alto rischio di aggressività improvvisa, non solo verbale, con un atteggiamento tracotante e violento nei confronti dei coetanei, ma anche degli adulti, sfidati continuamente; tanto che, molti genitori rinunciano, per paura, al loro ruolo di educatori, quasi convinti di “ospitare” un estraneo minaccioso in casa. Di fronte al dilagare di questi fenomeni il rischio è che si tenda a minimizzare, a limitare queste manifestazioni di prevaricazione ad un periodo circoscritto della crescita dei ragazzi. Di fatto, comunque stiano le cose, tali comportamenti turbano le coscienze dell’intera comunità. Se pur non è facile capire cosa possa spingere un ragazzino a compiere atti tanto violenti, viene spontaneo interrogarsi sul perché di questi episodi. Una cosa appare chiara: viviamo in una società troppo permissiva segnata da una generale decadenza di valori. Non è accettabile che adulti, educatori, insegnanti, siano conniventi con l'assenza di regole. Ai piccoli, ai ragazzi, va insegnato il senso del dovere e invece siamo circondati da bambini cui tutto è consentito. La famiglia corre sempre per produrre, guadagnare, consumare, per “parcheggiare” i figli e il tempo non basta mai; di fatto questa cellula fondamentale della società vive un momento di marginalità educativa. Ai migliori sforzi di genitori responsabili e attenti, fa da contrasto un pluralismo di agenzie che vanno puntualmente a smentire quanto si vorrebbe insegnare dentro le case. Penso ai media e la Tv, in generale finalizzati solo ad innalzare lo share quindi gli introiti ottenuti dalle vendite degli spazi pubblicitari. Basta accendere la tv a qualsiasi ora per rendersi conto che la tutela dei minori in televisione di fatto non esiste. Tutto ciò rende sempre più difficoltoso preservare le nuove generazioni da certa televisione ma anche da certa musica che incita alla violenza. In passato la famiglia assieme alla Chiesa avevano una valenza fortemente educatrice. Oggi accanto a queste due importanti istituzioni di vita e di crescita personale, dobbiamo puntare alla valorizzazione di tutti quegli spazi in cui la promozione dei valori e dell’elevatura dell’essere umano possano trovare pari dignità. Diversamente avremmo dei cattivi maestri ad ogni angolo dell’esperienza giovanile. Il processo di costruzione della propria identità e della propria personalità sono processi difficili e complessi che avvengono solo nella società e nell'incontro con l'altro.

Mariella Bolacchi

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