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"Giornata della memoria"... ma vale per tutti!
       

Il Parlamento italiano, con Legge n.211 del 20/ 07/ 2000, ha istituito la “Giornata della Memoria” “in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”. All’art. 1 la legge sancisce: “La Repubblica italiana riconosce il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giorno della Memoria” al fine di ricordare la shoah”. Molti Stati hanno istituito questa ricorrenza perché non si dimentichi ciò che è accaduto. In realtà il tema dell’olocausto, proprio per la tragedia che porta con sé, per la profonda tristezza che evoca, ha ispirato tutta l’arte, scrittori, filosofi, pittori e registi. Le testimonianze dei deportati sopravissuti hanno dato vita a importanti documentari e soprattutto durante la settimana dedicata alla memoria la televisione ne ha trasmesso tanti, insieme a film indimenticabili. Ma durante questa settimana sono accadute vicende che hanno fatto venir meno quello che è il significato profondo del 27 gennaio, negli stadi (durante le partite di calcio a noi tanto care) si son visti i soliti striscioni inneggianti al nazismo, bandiere con svastiche e croci celtiche, la cosa più triste è che nessuno ha fatto nulla perché quei segni venissero rimossi. Non so bene chi abbia il potere per farlo, forse lo stesso arbitro, invece la partita è andata avanti; ma lo spettacolo del calcio non poteva fermarsi? Davvero riusciamo a sorvolare su queste cose? A distanza di pochi giorni i provvedimenti sono stati comunque presi, non sta a me definirli “giusti o equi” . Il rammarico però è grande, perché non è bastato emanare una legge per arrivare alle coscienze di tutti noi e perché ancora molti, purtroppo, si ostinano a non capire e a non imparare dalla storia.

 
Francesca Ortu
 

L’olocausto è uno di quegli eventi, che rimane stampato nella mente anche se non lo si è vissuto direttamente. Non è una guerra o un fatto storico qualunque, è il risultato del razzismo nella sua forma più orrenda. Quando parliamo di esso, incentriamo il ricordo sui sei milioni di ebrei, prigionieri politici, omosessuali, zingari che sono stati deportati e uccisi, ma non si riflette spesso su milioni di persone che non sono morte, ma che sono rimaste impassibili a guardare l’orrore consumarsi di fronte ai propri occhi. Alcuni grandi uomini hanno dato la loro vita per salvarne delle altre, ma sono stati troppo pochi. In quegli anni bui l’amore e la solidarietà sembravano sopraffatti dal disprezzo e dalla crudeltà.
Oggi è necessario saper guardare agli sbagli del passato per costruire una società che mai più partorisca orrori come quelli della Shoah. Nessuno ha diritto di minacciare i diritti fondamentali dell’uomo. Attraverso la memoria è necessario ricostruire la dignità e la libertà di un popolo, ma non solo, anche la dignità dell’uomo che ha avuto vergogna di se stesso. E questo occorre farlo non solo in un’occasione come la giornata della memoria, ma ogni giorno.

Marta Ladu, studente

A tutti quei milioni di innocenti
morti per la più barbara barbarie
di esseri umani in veste di serpenti,
ai bambini e alle donne delle varie

terre del mondo che è sotto il dominio
di belve umane di sangue assetate
sono finite ai campi di sterminio
come larve e non sono più tornate:

che coloro a cui viver non fu concesso
per colpa dell’uomo aiutino l’uomo
a viver da uomo e non da lupo,

con la memoria di ciò che è successo
ed essa duri più alta di ogni duomo,
che non torni un passato così cupo.

Toto Putzu, docente
 
 
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