Mamma, sono grande”!.. E’ questa forse, una delle affermazioni più ricorrenti che i genitori si sentono ripetere dai propri figli che si apprestano a diventare adulti. Si tratta di ragazzi dell’età adolescenziale, impegnati in un processo di svincolo dai genitori; tendono a mettere in discussione l’autorità contrapponendosi alle regole, ai valori, agli ideali che in passato avevano accettato nella vita familiare e richiedono una maggiore libertà per se stessi. Infatti, questo periodo della vita giovanile, rappresenta una fase in cui il bisogno di autonomia e di libertà diventano particolarmente pressanti, intendendo, talvolta, la libertà come assenza di regole o contrapposizione alle norme precedenti o come assenza di limiti e di rischi. Per di più i figli non capiscono perchè i genitori se la prendono tanto quando vogliono fare di testa loro, o, perché reagiscono così male quando esprimono idee diverse dalle loro, o, quando vogliono fare tardi la sera. Si aspettano invece che le loro idee vengano riconosciute e rispettate e sono disposti a discutere di continuo per questo. E se fino a poco tempo prima erano pronti a rispettare un divieto solo perché dato da un genitore, ora non accettano nessuna regola su cui non abbiano prima discusso e compreso.
Vogliono dunque essere ascoltati, considerati, insomma di essere trattati alla pari; non amano essere trattati da ragazzini. Sono pure molto sensibili al giudizio degli adulti, soprattutto di quelli che ammirano di più e a cui vogliono assomigliare.
Ma, nonostante gli scontri, spesso aspri, l'adolescente ha comunque bisogno che il genitore continui a svolgere la sua funzione di “contenimento” seppur adattandosi ai nuovi bisogni dei figli. La violenza della ribellione non è segno di ostilità dei ragazzi contro i genitori, ma una forte pressione interna che essi usano per rompere i legami che impediscono loro di affermarsi come persone capaci di badare a se stesse. Naturalmente tutto questo richiede un lungo cammino anche da parte dei genitori, messi a dura prova nel trovare risposte adeguate alle nuove richieste dei figli, che a volte si trovano impotenti e scoraggiati. E’ un periodo difficile per gli uni e per gli altri, ma indispensabile perché permetterà ai bruchi di uscire dal bozzolo e volare autonomamente come farfalle. In tal modo il giovane uomo sarà in grado di affrontare la realtà dove potersi assumere gradatamente la funzione di controllo delle proprie azioni, esercitata all'inizio totalmente dai genitori, imparando, spesso a proprie spese, ad essere consapevoli dei rischi provenienti dall'esterno e delle conseguenze delle proprie azioni.