Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
insieme
         

La seconda patria di Suor Efisia

Nel Basso Egitto, tra il Cairo e Alessandria, c’è una cittadina, poco più grande di Villacidro, chiamata Kafr – el – Dawar. Di recente vi è stata costruita una grande fabbrica tessile. Qui vive e opera da 32 anni Suor Efisia Mocci, nostra concittadina e religiosa dell’Istituto Minime del sacro Cuore. Torna in Sardegna ogni tre o quattro anni, quando l’ubbidienza glielo consente. L’ho incontrata gli ultimi giorni di maggio. Esile, dal sorriso naturale e spontaneo, mi sono bastate poche battute per capire che si tratta di persona semplice e amorevole, abituata ad ascoltare, comprendere e servire. I cattolici, dove lei vive, non sono molti, forse un seicento. Più numerosi sono gli ortodossi e i protestanti. La grande maggioranza della popolazione (oltre il 70%) èLa seconda patria di Suor Efisia musulmana. Suor Efisia, insieme alle sue consorelle, collabora con i Padri francescani che reggono la parrocchia insieme ad alcune realtà assistenziali. La scuola, elementare e media, frequentata non solo dai bambini e dai ragazzi cristiani, ma anche da tantissimi musulmani; il poliambulatorio, dove operano sette medici e che svolge un’azione importantissima per la popolazione tutta; due Case Rifugio, una per i maschi, tenuta dai frati con una trentina di posti e l’altra per le ragazze, gestita dalle suore, con 25 posti. In queste strutture si accolgono i casi più disperati con un’assistenza continua e completa fino ai 18 anni e, dunque, fino al reinserimento nella società, possibilmente con la sicurezza di un lavoro. La gente, anche quella musulmana, nutre tanta stima e fiducia nei confronti delle suore (due italiane e quattro egiziane). Noi, - racconta Suor Efisia, - teniamo un bel rapporto con tutte le famiglie. Andiamo a visitarle e siamo ricambiate, perché tante persone vengono a trovarci alla ricerca di una parola amica e di un aiuto. Ora è proibito andare per i villaggi, perché le autorità temono che si faccia proselitismo. C’è tanta povertà e i giovani cristiani, anche quelli laureati, faticano a trovare lavoro, perché prima vengono i musulmani. Al di là di questo, però, la popolazione anche musulmana ci rispetta e volentieri si serve delle nostre strutture assistenziali. La comunità cattolica è accettata anche dai seguaci delle organizzazioni più fondamentaliste. L’acqua arriva dalla grande diga di Assuan e avrebbe bisogno di essere depurata. Di conseguenza, anche l’igiene lascia un po’ a desiderare. E’ però evidente e forte lo sforzo di progresso ai vari livelli. Il deserto è relativamente lontano, a un’ora e mezza di viaggio. Suor Efisia è felice di condividere tutto con la gente di questo centro. Kafr – el – Dawar, ormai, è tutto il suo mondo, il luogo in cui amare il Signore e professare la sua gioia di cristiana, annunciando la carità evangelica secondo lo stile dei veri discepoli di Gesù. Auguri dai credenti della sua ex comunità.

 

Gippì

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