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I restauri della chiesa parrocchiale

Mentre i restauri della nostra parrocchiale procedono senza particolari intoppi (già è possibile ammirare la parte alta del campanile dopo la ripulitura), è forse opportuno accennare agli ultimi interventi effettuati su di essa a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Intanto sarà bene ricordare che Santa Barbara resta per Villacidro il monumento più importante dal punto di vista sia storico che artistico. La chiesa I restauri della chiesa parrocchialeinfatti, in stile gotico-aragonese, risale ai primi del ‘400. Già da allora era a tre navate, senza transetto e con tre capelle laterali con volte a crociera costolonata e copertura in legno sorretta da archi traversi. Queste cappelle, poi, vennero rese intercomunicanti soltanto in periodo barocco (sec. XVII) e coperte con cupolette senza tamburo. Fu proprio in quel periodo che l’edificio subì molte modifiche architettoniche. E così, oltre alle navate laterali venne elevata e trasformata con volta a botte e con pilastri anche la navata centrale. La parte più bella (e più antica) è la “capilla major” (presbiterio e altare maggiore) a volta con costoloni e rosoni. Tutto lascia pensare che, in origine, vi fosse compreso anche il finestrone absidale. Non si va, invece, al di là delle ipotesi quando si sostiene che l’attuale edificio sia sorto nello stesso punto in cui si trovava la chiesa più antica, certamente più piccola e modesta, dato che Villacidro, in quei tempi, era un villaggio abitato da poche famiglie. Tale supposizione, infatti, anche se probabile, al momento non è supportata da riscontri in grado di dimostrarne la veridicità. L’attuale campanile, invece, fu costruito intorno al 1760 ad eccezione del cupolino, con i quadranti dell’orologio pubblico, che è del secolo successivo. Un secondo campaniletto a vela, ubicato alla destra della facciata, ove ora sorge l’Auditorium, venne demolito intorno al 1928 perché ormai in rovina. Di poco posteriori sono il Coro e la Paratora in legno noce, mentre l’organo a canne, costruito da Jorge Volanty, e che prima della realizzazione della tribuna (anno 1913) si trovava dietro l’altare maggiore, risale al 1757. Il fonte battesimale porta la data del 1781. Non si dimentichi che, dal 1768, di fatto, Villacidro diventa il centro in cui, per molti mesi l’anno, risiede il vescovo diocesano e che Santa Barbara, di conseguenza, diventa la chiesa in cui essi abitualmente celebrano.
Per quanto riguarda gli ultimi interventi di restauro (e di ampliamento) che meritano di essere ricordati segnalo quelli effettuati negli anni 1965/67, con fondi della Regione, dall’architetto Guido Vascellari per un importo di circa 70 milioni di lire. In quella occasione, la sagrestia venne convertita in cappella, con apertura di due archi a fianco di quello già esistente. Dietro l’edificio si realizzarono aule per catechismo (al piano inferiore) e la nuova sagrestia, con l’ufficio parrocchiale (al primo piano). Il vecchio coro fu messo in comunicazione con la parte nuova attraverso due archi (uno di questi, per maggiore funzionalità, risulta da tempo inutilizzato). Nel progetto era anche contemplato lo spostamento dell’altare maggiore fino al muro del coro. I lavori, però, non si eseguirono per l’insufficienza dei fondi a disposizione.
Nel novembre del 1986 il parroco procedette al restauro delle sette cappelle laterali a motivo del grave stato di degrado in cui versavano gli intonaci e delle frequenti cadute di calcinacci. Per un importo di sette milioni di lire i lavori vennero eseguiti da una ditta locale.
Nel 1998, infine, si sono rifatte le coperture delle navate laterali grazie a un contributo regionale. A quando il restauro completo della nostra bella chiesa?

D.G.

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