Un altro autunno coi suoi colori, i suoi frutti, le sue emozioni. Tempo di ordinarietà, di fatica, di riflessione e, - lo spero, - di affetti e di comunione condivisa in famiglia e nella comunità più ampia. Potremmo considerare questa come la stagione dell’impegno a tutto campo e in ogni settore. L’estate è già lontana con le sue promesse, i suoi miraggi e i suoi sogni di avventure e piaceri, mai sufficientemente appagati. Lentamente, ci si lascia afferrare dal ticchettio della pioggia o dal sibilo del vento, fino a farsi assorbire e avvolgere dall’atmosfera fascinosa di questa stagione. L’autunno è, forse, il tempo che più favorisce il silenzio e l’ascolto di se stessi. E chi si rende disponibile al confronto con la propria interiorità, sa poi raggiungere una corretta conoscenza anche del proprio io. Ordinariamente, però, preferiamo sfuggire l’esame della nostra coscienza per conoscere e, possibilmente, conquistare ciò che è intorno a noi, nell’illusione che la serenità e la pace del cuore possano identificarsi nella quantità delle cose possedute. Eppure sappiamo che l’indomabile impulso ad avere, finisce sempre per lasciare il cuore vuoto. L’abitudine di sottrarsi all’analisi della propria vita, magari per evitare di scoprire le cause delle proprie inquietudini e ansie, è purtroppo regola molto diffusa. E questa, oggi come ieri, non solo non offre rimedi, ma rischia di risucchiare la persona in un vortice di negatività sempre più soffocante e disperato. Per questo, mi permetto di invitare i lettori a creare, attorno a sé e dentro di sé, un’oasi di silenzio quotidiana, magari anche solo di pochi minuti, per tentare di leggere e di comprendere la propria coscienza, alla ricerca delle sue attese e delle sue urgenze, dei suoi desideri e delle sue speranze. L’armonia interiore, infatti, è sempre direttamente proporzionata all’impegno con cui, ciascuno di noi, cerca di dare risposte al proprio profondo.
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