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Convegno sull'emigrazione in America Latina

I giorni 22 e 23 settembre passati si è tenuto a Villacidro un convegno storico internazionale dal titolo L’emigrazione delle popolazioni insulari del Mediterraneo in Argentina fra il XIX e il XX secolo, organizzato dal Centro Studi SEA e dalla Provincia del Medio Campidano. Nel corso del simposio sono intervenuti una ventina di studiosi provenienti dall' Università delle Isole Baleari in Spagna, dall’Ufficio Nazionale di Statistica e dalla Commissione Emigrazione della Arcidiocesi di Malta, dal Centro di Studi Migratori Latinoamericani di Buenos Aires in Argentina, dalle Università di Cagliari e Sassari, dal Centro Studi IDOS della Caritas/Migrantes di Roma, dal Centro Sardo Studi Genealogici di Cagliari, dalla Provincia del Medio Campidano ed infine dal Centro Studi SEA di Villacidro.
«Il Convegno, preceduto da una ricerca interdisciplinare, – come ha affermato don Giovannino Pinna nella sua Introduzione - è la risultante di una lunga fase preparatoria iniziata oltre due anni fa per la sensibilità di alcuni componenti del Centro Studi SEA. All’interno del Bando dell’Unione Europea “Cultura 2000”, in riferimento all’annualità 2004, questi ricercatori, con il concorso di due partner europei (e cioè dell’Università delle Isole Baleari e dell’Ufficio Nazionale di Statistica di Malta) e di un partner argentino (il Centro di Studi Migratori Latinoamericani di Buenos Aires) hanno avviato, a partire dal 2005, una raccolta di fonti scritte e orali sull’emigrazione in Argentina dalle isole Baleari, Malta e Sardegna. Quasi subito hanno accettato di collaborare al progetto anche l’Associazione Italia-Inghilterra di Cagliari e il Centro Studi e Ricerche IDOS della Caritas/Migrantes di Roma, e con l’adesione, inoltre, della Provincia di Cagliari, dei Comuni di Guspini, Pabillonis, Sardara e Serrenti e della Camera del Lavoro del Medio Campidano. Limitatamente alla Sardegna, dove ha operato il Centro Studi SEA – data la vastità del fenomeno – si è scelto di condurre un’indagine in quattro Comuni campione: Guspini, Pabillonis, Sardara e Serrenti. I risultati di tale lavoro sono stati appena pubblicati. Il volume, pertanto, può considerarsi il primo, prezioso contributo storico e sociologico al fenomeno dell’emigrazione sarda in Argentina e Uruguay da questa piccola area geografica della Sardegna che rappresenta oltre il 25% dell’intera popolazione della Provincia del Medio Campidano».
«L’emigrazione dal vecchio Continente verso l’America Latina e, in particolare, verso l’Argentina, - prosegue don Giovannino - si inserisce nel vasto quadro del fenomeno migratorio europeo tra Ottocento e Novecento. Si tratta, in gran parte, di un’emigrazione di carattere socio-economico. Non secondarie, tuttavia, risultano anche le motivazioni di carattere politico, vedi il periodo della dominazione fascista in Italia (1922-1943), della guerra civile spagnola (1936-1939) e dei primi anni della dittatura franchista in Spagna. Nel periodo preso in esame, l’emigrazione italiana e spagnola verso l’Argentina e, più in generale, verso l’America Latina, assume proporzioni notevoli sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, mentre quella maltese si rivela significativa soprattutto sul versante qualitativo. All’interno poi dell’emigrazione italiana, si inserisce quella sarda. Si tratta di un fenomeno esteso sul quale c’è ancora molto da studiare. Si pensi che ad oggi non è dato conoscere, a livello scientifico, né monografie, né studi sistematici sull’emigrazione sarda in Argentina dalla fine dell’Ottocento agli anni sessanta del Novecento. In altri termini, non è stato ancora pubblicato uno studio di sintesi del fenomeno migratorio sardo in Argentina e/o in America Latina che abbracci un arco temporale così ampio. Esistono, invece, numerosi contributi specifici, tra i quali si segnalano gli studi di Margherita Zaccagnini, Maria Luisa Gentileschi, Alberto Merler, Marisa Vannina Gerulewicz, Vanni Boni ed altri ancora.
Vi sono poi numerosi studi scientifici sull’emigrazione dalle isole Baleari, in particolare quella diretta in America Latina, molti dei quali sono stati realizzati da docenti e ricercatori dell’Università delle Isole Baleari, tra i quali mi limito a citare Sebastià Serra Busquets, Joan Buades Crespí e Antoni Marimon Riutort. Ad ogni modo, per quanto concerne l’emigrazione baleare in America Latina e, soprattutto, in Argentina, restano diversi aspetti della vita sociale, economica, politica ed organizzativa dei migranti delle Baleari che meritano di essere ancora studiati e approfonditi.
Anche sull’emigrazione maltese, che si diresse prevalentemente nelle aree anglofone, come l’Australia e il Canada, esiste una nutrita bibliografia. Tra i maggiori studiosi del fenomeno, si segnalano don Lawrence Emanuel Attard, che ha dedicato attenzione anche al caso dei maltesi emigrati in America Latina, in particolare in Brasile, e Reno Camilleri che ha analizzato le caratteristiche generali del movimento migratorio maltese nel mondo durante il Novecento.
A questi studi si aggiungono quelli condotti nel continente latinoamericano e, in particolare, dal Centro di Studi Migratori Latinoamericani di Buenos Aires, da anni impegnato a condurre ricerche sull’emigrazione, soprattutto italiana, in Argentina e Uruguay, ma anche in altre aree geografiche dell’America Latina, anche in collaborazione con Istituzioni italiane come il Ministero degli Esteri, la Fondazione “Giovanni Agnelli”, la Fondazione “Agostino Rocca”, il Consolato Generale d’Italia in Argentina, Università ed altre prestigiose istituzioni. Tra i vari contributi, si segnalano, oltre a quelli del direttore del CEMLA, padre Mario Santillo, gli studi di Alicia Bernasconi e di Fernando Devoto, uno dei massimi esperti di storia delle migrazioni internazionali».
Questo incontro, di alto livello scientifico, ha promosso il dialogo culturale e ha contribuito ad approfondire e a valorizzare la conoscenza della cultura dell’emigrazione insulare mediterranea e, in particolare, della cultura baleare, maltese e sarda in Argentina e America Latina. Un primo importante passo, per incrementare la collaborazione e l’integrazione delle culture delle isole del Mediterraneo nell’America del Sud.

La Redazione

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