Diocesi di Ales - Terralba


 

 



 

15 dicembre

III DOMENICA DI AVVENTO (ANNO C)

"E noi che cosa dobbiamo fare?"

In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

Vangelo secondo Luca 3, 10-18


 

A TESTA ALTA, PER VEDERE IL SORRISO E LA DANZA DI DIO.

Solo ogni tre anni, purtroppo, ritornano le parole straordinarie del piccolo e sconosciuto profeta Sofonia: Dio è felice. Felice per te.
Ogni volta la stessa emozione: esulterà di gioia per te! Esultare è il verbo della danza. Il profeta intuisce la danza dei cieli, come quella di Davide davanti all'Arca, come Miram col tamburello al mar Rosso; come Giovanni nel grembo di Elisabetta, come Maria nel Magnificat. Tutt'intorno a te, la danza di Dio. Che crea.
Ma subito dopo, il vangelo ci mette i piedi ben piantati per terra e ci riporta diritto dentro il quotidiano, con Giovanni, il ruvido profeta, prosciugato dal sole.
Va da lui tanta gente: da Gerusalemme ci volevano giorni di cammino,. Cosa cercano? Le loro domande sono precise, serie: che cosa dobbiamo fare? A quale gancio concreto appendere la vita?
E le risposte sono chiare e serene; indicano piccole scelte possibili a tutti.
La prima: chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha, e chi ha da mangiare ne dia a chi ne è privo.
L'economia dell'accumulo sostituita dall'economia del dono, lo shopping convertito in condivisione. “La conversione passa per le tasche” (Papa Francesco),
Ed entrano in scena i più amati da Luca, i poveri, quelli “che non hanno”.
Il vero problema del mondo non sono i poveri, ma i ricchi. Da loro viene il disordine: c'è abbastanza pane per tutti sulla terra, e manca per l'avidità di pochi.
A tutti il profeta ripete: hai un capitale, sono i poveri! Hai un tesoro, non sono BOT o Fondi, ma “quelli che non hanno”. Investi in relazioni, sono il tuo patrimonio.
La seconda: Non esigete nulla più di quanto vi è stato fissato.
Allora, applicherò semplicemente l'onestà. Non quella degli altri, ma la mia, l'unica in mio potere.
E a chi ha ruoli di autorità: non maltrattate e non estorcete niente a nessuno. Non approfittate della posizione per umiliare; non abusate della vostra forza per maltrattare o per far piangere.
Giovanni, mangiatore di insetti, di una ascesi quasi feroce, non chiede niente di straordinario agli altri, non dice “lascia tutto e seguimi nel deserto”, ma indica cose fattibili, a chiunque:
non tenere tutto per te; non stringere le mani ad artiglio su ciò che hai;
non rubare, non passare nel mondo da predatore e abusatore.
La conclusione è potente: Viene uno più forte di me e vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.
Lui “voce come rombo che grida nel deserto” fa un passo di lato, indica un Gesù più forte, e non perché si impone, ma perché parla al cuore. Sussurra, e tu lo segui.
E' il più forte perché è l'unico che “battezza nel fuoco”, uno che ha acceso milioni di vite e le ha rese felici. Questo fa di lui il più forte. E il più amato.
In questi pochi giorni che mancano al Natale, alziamo lo sguardo!
A testa alta, per vedete il sorriso e la danza di Dio.
Per saperci amati, da quel fuoco, e tanto ci basta.

 padre Ermes Ronchi

 


VADEMECUM per l’accesso alla chiesa e per lo svolgimento delle celebrazioni liturgiche


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Ogni domenica alle ore 12.30: Mensa di Fraternità
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Una sola famiglia, cibo per tutti: è compito nostro
La Chiesa italiana aderisce alla campagna di Charitas Internationalis e lanciata da papa Francesco per dare voce a tutti coloro che soffrono silenziosamente la fame.
Si può firmare l’appello che sarà presentato all’Onu per chiedere una legislazione più attenta al diritto al cibo per tutti

 

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