Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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E io continuo a sognare
 

Il centro storico di Villacidro coincide, quasi totalmente, con la parrocchia di Santa Barbara. Questo significa che trovare spazi per la realizzazione di nuove strutture di servizi rimane impresa quasi impossibile. Da sogno, appunto. Da tempo, coi collaboratori, mi sto soffermando a prospettare la preziosità di una nuova struttura oratoriana che risulti funzionale a un progetto serio e completo di formazione, aperto alle istanze e alle attese delle nuove generazioni. Ma l’idea nei primi tempi non andava oltre l’auspicio. Un sogno e basta. Poi è accaduto che una famiglia ha voluto farci dono di un’area di circa mille metri quadri. Era già qualcosa. Il gesto, però, al di là dell’indubbia generosità e fiducia, ha avuto il merito di spingere la volontà ad andare oltre il desiderio e così nel giro di un anno la Parrocchia è riuscita ad acquistare l’area confinante. La superficie necessaria ora c’è e pure il progetto di massima. A fare venire i brividi, stavolta, è la somma occorrente (circa tre miliardi e mezzo di vecchie lire!). Il sogno, insomma, sembra destinato a rimanere tale chissà per quanto tempo ancora. In passato, quando si costruivano gli edifici di culto, si pensava unicamente alle esigenze spirituali delle persone. Oggi, accanto alla chiesa, che ovviamente occupa in assoluto il posto più significativo e centrale, si avverte il bisogno di poter contare anche su locali per il catechismo e per gli incontri dei gruppi, sala per conferenze e impianti sportivi. Devo riconoscere ai parroci miei predecessori di essersi adoperati con fatica e passione per adeguare ai tempi le strutture, in modo da consentire alla comunità parrocchiale di prestare un servizio alla formazione dei più giovani e alla promozione della persona nella sua dignità attraverso la creazione di spazi oratoriali e per il tempo estivo (vedi l’Oratorio di Via Asproni e la Casa al mare di Arborea). I tempi e i contesti, però, cambiano. Come affrontare allora le sfide che la società multiculturale di oggi pone alla Chiesa, ad esempio, nel settore della pastorale giovanile? E parlare di ragazzi e giovani significa anche pensare al futuro del mondo e della Chiesa, agli ideali del Vangelo da tramandare con immutata passione, alla fede da promuovere e annunciare come valore fondante la speranza del credente, ai valori umani universalmente accolti e condivisi che meritano di essere vissuti e difesi. Un ruolo fondamentale, anche a livello educativo, lo si dovrà necessariamente riconoscere alla cultura e allo sport, sia per la valenza formativa che per quella aggregativa che possono suscitare dentro le dinamiche del dialogo e del confronto. E allora, quale progetto di Oratorio per il domani? Sono convinto che questo strumento educativo non solo non è al capolinea, ma può rappresentare una risorsa, in parte certo da ripensare e rimodellare, di estremo valore. Ecco perché, nonostante le difficoltà, non smetto di sognare. In un contesto marcatamente pluralistico, sogno un luogo di sana convivenza in cui per tutti è possibile incontrarsi per fare festa insieme, per solidarizzare e vivere nell’amicizia, accomunati da quei valori che aprono alla gioia della collaborazione, della competizione e del rispetto per le differenze. Sogno un Oratorio capace di promuovere momenti aggregativi per tutte le età, dove anche un pasto consumato comunitariamente diventa occasione per fraternizzare e per superare gli individualismi. Sogno un Oratorio in grado di favorire il desiderio di incontro, di sport, di agonismo, di momenti piacevoli e arricchenti capaci di distogliere dai paradisi artificiali dell’alcol, della droga e del piacere bruciato facile. Sogno un luogo che aiuti a colmare i deficit scolastici e culturali degli studenti con l’aiuto di volontari competenti, che orienti i giovani a coltivare i propri hobbies nel campo musicale, teatrale, artistico e del volontariato sociale. Sogno una palestra affollata da ragazzi e ragazze che praticano lo sport, sale multimediali e teatro, dove sia possibile comunicare e crescere nella creatività. Sogno una struttura nella quale, chi lo desidera, può formarsi alla vita, alla fede e al servizio solidale. Davvero, non mi stanco di sognare. E voi? Perché non proviamo a sognare insieme?
Chissà …

 

Don Giovannino

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