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Beata Maria Francesca Rubatto
 

Anna Maria Rubatto nacque a Carmagnola, in provincia di Torino, il 14 febbraio 1844, penultima di otto figli di Giovanni Tommaso Rubatto e Caterina Pavesio, persone note per pietà e onesti costumi cristiani. Rimase presto orfana dei genitori e, all’età di 19 anni, si trasferì a Torino dalla sorella maggiore Maddalena, dove rimase per cinque anni dedita alle opere di carità. In seguito venne adottata dalla ricchissima signora Marianna Costa Scoffone. Ogni giorno visitava il “Cottolengo” di Torino, servendo con letizia gli ammalati, aiutando con liberalità anche i poveri. San Giovanni Bosco la ebbe fra le sue collaboratrici negli Oratori. Una volta defunta la madre adottiva, ritornò da sua sorella. In estate andava a Loano sulla Riviera Ligure dove aiutava i pescatori e gli ammalati nelle loro necessità, s’interessava dei bambini abbandonati e in questo luogo si unì ad un gruppo di pie donne, dedite alle opere di carità e di apostolato, sotto la guida dei Padri cappuccini. E fu proprio un cappuccino, Padre Angelico, che le fece un invito, quello di mettersi a capo di un nuovo Istituto e così, il 23 gennaio 1885, vestì l’abito religioso francescano, insieme ad alcune amiche, dando vita a una famiglia religiosa, le “Suore Terziarie Cappuccine di Loano”, poi chiamate “Suore Cappuccine di Madre Rubatto” con il fine dell’assistenza degli ammalati soprattutto a domicilio e l’educazione cristiana della gioventù. Emise i voti il 17 settembre 1886 prendendo il nome di Maria Francesca di Gesù e diventando la prima superiora dell’Istituto, carica che mantenne fino alla morte. “L’Italia e l’America Latina furono gli scenari delle sue fatiche e del suo zelo per l’estensione del regno di Dio. Il suo fu, fin dagli inizi, un Istituto in stato di missione, aperto al servizio senza confini, con un vero abbraccio universale”. La sua opera, infatti, si diffuse molto presto non solo in Liguria, ma anche in America Latina. Dal 1892 Madre Francesca varcò ben quattro volte l’Oceano, con lunghe soste, per costruire le case della sua Congregazione in Uruguay e in Argentina. Accompagnò un gruppo di suore alla Missione di Alto Alegre, Maranhao, in Brasile, dove nel 1901 morirono martiri sette suore uccise dagli indios del luogo, istigati da nemici della Chiesa che vedevano nella missione un pericolo alla realizzazione dei loro progetti politici ed economici. Mentre si trovava a Montevideo, si ammalò di cancro e fu a tutti di esempio mirabile di forza cristiana e di piena rassegnazione. Morì il 6 agosto 1904 compianta specialmente dagli ammalati e dai poveri. La sua salma riposa in Uruguay nel Collegio di Belvedere, da lei fondato nel 1895, in mezzo ai suoi cari poveri, come lei desiderava. Dal 1964, la sua Congregazione è presente pure in Etiopia. Il 10 ottobre 1993 è stata proclamata Beata da papa Giovanni Paolo II. Su di lei il pontefice ha detto: “L’esistenza di Madre Francesca Rubatto … è fondata su due grandi pilastri: l’amore ardente per Dio, percepito come “sommo Bene” … e l’instancabile servizio ai fratelli, specialmente a quelli più bisognosi e abbandonati. Sotto la guida di illuminati maestri di spirito, … seguì l’esempio di San Francesco e di Santa Chiara, per essere nella Chiesa e nella società un segno umile, ma eloquente del Vangelo vissuto “sine glossa”.

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