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Pasqua: la controversia delle date
 

Uno degli aspetti della Pasqua che desta più curiosità è senz’altro la data. Sono in tanti a chiedersi in base a quali strani calcoli o regole venga stabilita. La Pasqua cade sempre la domenic seguente la prima luna piena di primavera. Una regola abbastanza semplice, quindi, ma con una storia molto antica e controversa. Venne decretata dal Concilio di Nicea nel 325 d.C. per porre fine ad una controversia sorta negli ultimi decenni del secondo secolo d.C. tra alcune comunità asiatiche e il resto della cristianità, come ci riferisce Eusebio di Cesarea nella sua “Storia Ecclesiastica”. Mentre le prime sostenevano che si dovesse osservare il quattordicesimo giorno della luna, cioè quando gli ebrei sacrificavano l’agnello, le altre invece, rifacendosi alla tradizione degli apostoli, mantenevano l’usanza della domenica successiva al plenilunio per sottolineare la novità cristiana, e cioè la risurrezione di Gesù. Si è voluto erroneamente attribuire questa divergenza a due concezioni diverse della Pasqua, l’una che celebrava la morte del Signore, l’altra la resurrezione. In realtà tutte le chiese, al di là delle date differenti celebravano morte e resurrezione insieme. Siccome la divergenza non si ricomponeva, vennero convocati vari Sinodi e assemblee di vescovi, e tutti all’unanimità espressero la volontà di celebrare la Pasqua di domenica. Tuttavia la data continuò a variare ancora a causa dei calendari. Il problema maggiore era dato dall’equinozio: a Roma era fissato il 25 marzo, ad Alessandria d’Egitto il 21. Fu il Concilio di Nicea a stabilirlo nel calendario giuliano al 21 marzo. Ma i problemi non erano del tutto risolti. Infatti, il calendario giuliano era imperfetto. Ogni 128 anni si formava un giorno in più, facendo così retrocedere l’equinozio di primavera. Papa Gregorio XIII, il 24 febbraio 1582, riformò il calendario; l’equinozio di primavera venne ricondotto al 21 marzo togliendo dieci giorni al mese di ottobre del 1582, dal 5 al 14 incluso. La riforma gregoriana non fu subito accettata dappertutto in Occidente. Ancora oggi le chiese ortodosse usano il calendario giuliano, sicchè le loro feste sono sfasate di dodici giorni rispetto alle nostre: qui il Natale, ad esempio, cade il 7 gennaio. Le celebrazioni pasquali sono precedute dal tempo di Quaresima che nel rito romano comincia il mercoledì delle ceneri e si conclude il pomeriggio del giovedì santo, prima della messa in ricordo dell’Ultima cena di Gesù. Nel rito ambrosiano, cioè quello usato nella diocesi di Milano, la quaresima inizia la domenica successiva al nostro mercoledì delle ceneri. Dalla sera del giovedì santo alla sera della domenica di Pasqua si celebra il triduo pasquale con il quale la Chiesa fa memoria della passione, morte e resurrezione del Signore. La festa della Pasqua è stata molto importante anche a livello civile, da rappresentare in Francia e in altre regioni d’Europa, fino al 1564, l’inizio dell’anno; infatti lo stile della Pasqua o francese, datava il capodanno alla domenica di resurrezione.

 

Giovanni Deidda

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