Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Il Calvario e il Santo Sepolcro di Gesù
 

I pellegrini che si recano a Gerusalemme vorrebbero trovare ancora l’altura del Calvario e, lì accanto, il giardino di Giuseppe di Arimatea con la tomba scavata nella roccia, dove venne sepolto Gesù. E invece si imbattono in una massiccia costruzione, neppure bella a vedersi, dove i cristiani latini, greci, armeni, copti ed etiopi si sono divisi anche i centimetri, persistendo in una ultrasecolare logica di divisione che contrasta con il messaggio di pace, di concordia e di perdono del loro unico Signore Gesù al quale tutti si rifanno. A nostro conforto si può comunque con sicurezza affermare che questi luoghi, custoditi all’interno della Basilica del santo Sepolcro, sono proprio quelli in cui Gesù morì e fu sepolto. A partire dalla chiesa delle origini che, ovviamente, non poteva dimenticarsi del luogo legato alla tragedia del venerdì santo e alla gioia indicibile della Pasqua, le varie generazioni dei cristiani non cessarono mai di venerarli. Non supporre questo sarebbe del tutto assurdo. Nel 135 l’imperatore Adriano, dopo avere soffocato nel sangue la rivolta dei Giudei contro Roma (meglio conosciuta come la Seconda Guerra Giudaica), rase al suolo la città di Gerusalemme e decise di costruire sulle sue rovine la città romana di Aelia Capitolina e sull’altura del Calvario fece edificare un tempio a Giove, Giunone e Venere. Per questo ordinò che il terreno venisse pareggiato così da creare le condizioni ottimali per le fondazioni dell’edificio. I cristiani, però, continuarono a localizzare il sito e quando all’inizio del IV secolo, Costantino concesse libertà religiosa ai cristiani e deliberò di realizzare una basilica sul Calvario e il sepolcro di Gesù, fu sufficiente procedere allo sgombero del terreno di riporto per ritrovare la configurazione originale dei luoghi santi alla cristianità. Il grandioso edificio costantiniano venne, la prima volta, danneggiato nel 614 e poi distrutto dal furore del califfo Hakem nel 1009 e appena una quarantina d’anni dopo i Crociati effettuarono una radicale ricostruzione.
Ripeto, oggi non ci è più dato di vedere il Calvario e il Santo Sepolcro quali erano il venerdì santo della passione di Gesù, però possiamo ancora visitarli e venerarli con sicurezza. Gli edifici monumentali che vi si trovano innalzati in diverse epoche, non possono affievolire il fascino e la forza spirituale che promana da questa “terra santa”. Dopo due millenni è ancora in grado di trasmettere al cuore del credente la forza degli eventi di cui sono custodi, in quanto in essa ha avuto origine la nostra salvezza.

 
 

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