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Avevo appena scritto l’editoriale di questo numero (vedi pag. 5) quando il pomeriggio del 29 agosto e poi, in dimensioni ancora più drammatiche, la successiva, interminabile notte, a Villacidro si è scatenato l’inferno come mai era accaduto prima. Lo splendido paesaggio delle sue pinete, in poche ore, è scomparso dietro lingue di fuoco alte decine di metri. Non esiste più. Da Monte Cuccureddu (dove si è salvato solo il lembo di pineta che circonda la chiesetta dedicata alla Madonna del Carmine), a Castangias, a Coscinas, a Monte Omo e a Sa Spendula, la bellezza di quelli scenari è stata spazzata via dalla furia devastatrice delle fiamme. Un panorama spettrale che lascia vuoti e sgomenti nella consapevolezza che quell’inestimabile patrimonio è perduto per sempre. Davanti allo sguardo incredulo, soltanto migliaia di ettari di pinete e di boschi andati in cenere e un desolante scenario di morte e di bruttura. Il nostro giornale vuole esprimere piena solidarietà innanzitutto alle famiglie della parrocchia – e sono molte! – che hanno vissuto ore drammatiche, nel terrore e nell’angoscia di una distruzione totale. Anche il Vescovo, mentre già si trovava a Loreto per l’incontro dei giovani col Papa, mi ha telefonato per informarsi meglio della situazione e per assicurare preghiere e vicinanza sincera alle persone più colpite. Diciamo poi grazie a quanti, a partire dalle istituzioni, ai corpi a ciò preposti e a tutti i volontari hanno, per quasi 24 ore, con dedizione e altruismo lottato contro il fuoco per portare soccorso alle persone in difficoltà. Riaffermiamo il nostro sdegno e la disponibilità a iniziative comunitarie di condanna contro simili gesti criminosi e ad azioni propositive finalizzate alla ricostruzione del nostro patrimonio ambientale. Certo, è vero che sul fronte della prevenzione dovremmo fare di più, investendo maggiori risorse anche a costo di tagliare in altri settori meno importanti e, magari, rischiando la impopolarità, ma è anche altrettanto vero che di fronte alla malvagità dell’uomo, spesso, non ci sono limiti. Un’ultima annotazione. Leggendo un quotidiano isolano sempre di oggi, 30 agosto, ci è dispiaciuto l’accostamento delle mancate assunzioni nel cantiere di Monti Mannu al terrificante incendio tuttora in corso (sono le 18,30 del pomeriggio e mi dicono che si è aperto un altro fronte). Crediamo che quanti sono in attesa di quel posto di lavoro condannino, come noi, senza se e senza ma, questo delitto infame. Per favore, non gettiamo ombre su nessuno perché la verità resta sempre più importante di qualsiasi strategia politica. E intanto, che starà provando dentro di sè il nostro concittadino piromane?
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Non so chi tu sia, che cosa faccia, in cosa creda. Non so se vivi solo o se hai moglie e figli; se li ami e li rispetti, oppure no. Non so neppure se tu nutri sentimenti ed emozioni e sai godere delle cose belle che sono intorno a te. Forse nella tua casa possiedi un albero da frutto, o una pianta ornamentale, o un fiore di cui ti prendi cura.
Ripeto, non so chi tu sia, ma perché l’hai fatto? Ti ha vinto la voglia di curiosità o l’odio vendicativo per qualche torto subito? Spero che il disastro che hai causato con il tuo gesto criminale (anche il papa lo ha definito così e proprio nel giorno in cui tu lo compivi) ti abbia aperto il cuore al pentimento. Abbia allora misericordia di te il Signore, perché ti sia rimessa la colpa e perdonato il peccato. Se invece continui, incallito, a ostinarti nella tua folle e malvagia goduria, ti meriti il disprezzo degli uomini e la maledizione di Dio. |