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Auguri alla scuola che riparte
 

Settembre è il mese che inaugura, in Italia, l’inizio del nuovo anno scolastico. Il sistema scuola coinvolge milioni di famiglie e di studenti e centinaia di migliaia di docenti e di personale amministrativo e ausiliario. Una formidabile struttura culturale (e non solo) dalle enormi potenzialità, ma con aspettative che, spesso, rimangono sulla carta o nel mondo dei sogni. I protagonisti sono tanti e non è raro che ciascuno di essi, per giustificare la propria pigrizia e superficialità, scarichi sugli altri le carenze e i comportamenti demotivanti e di delega. Genitori contro docenti e viceversa, studenti disimpegnati e alla ricerca della contestazione facile, polemiche irresponsabili che producono solo sfiducia e pessimismo, strutture inadeguate, e così via… Di conseguenza, so già che anche durante quest’anno sentiremo parlare di malessere e di disfunzioni, di atti di teppismo e di violenza contro persone e cose, di denunce e di scioperi, di insegnamento proposto con distaccata pedanteria.
Ciò premesso, continuo a guardare alla scuola con ottimismo e speranza, e anche a nome della comunità parrocchiale desidero porgere, a questo variegato mondo, gli auguri più sinceri e cordiali. Ai docenti, perché tra di essi rifiorisca la passione per un sapere che va oltre la pura trasmissione di nozioni e che torna a farsi “missione”; agli studenti, soprattutto a quelli delle superiori, perché non restino contenitori passivi di conoscenze piovute dall’alto; ai genitori perché non si limitino a scaricare le proprie responsabilità sugli altri operatori, rinunciando ai loro compiti e al loro ruolo; al personale amministrativo e ausiliario perché assicuri funzionalità ed efficienza a questa grande e complessa macchina attraverso il suo insostituibile, anche se oscuro, apporto. A nessuno sfugge l’importanza che riveste questa agenzia anche a livello formativo della persona. La scuola non può essere un’isola che vive separata dalla società nel suo insieme e dal mondo che produce in particolare. Non può dunque limitarsi a trasmettere ciò che sa. Essa piuttosto deve diventare un grande, dinamico laboratorio in cui tutti, contemporaneamente, si sentono maestri ed alunni. Tutti devono avvertire l’urgenza di andare oltre le conoscenze per approdare a nuovi saperi e a nuove verità nell’ascolto attento del reale. Senza ignorare il lungo percorso di secoli che l’uomo ha già percorso e che, giustamente, va compreso ed accolto, occorre, con altrettanta determinazione, aprirsi al “novum” che la vita stimola a scoprire e ad approfondire. Un compito grande, certo, e non facile. Guai però a non provarci. Buon Anno, Scuola!

 

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