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Ferragosto in Sardegna
 

Nel lieto e riposante periodo estivo, in Sardegna non c’è solo mare e sole, ma tanto altro da scoprire. Ancora oggi da secoli, si conservano intatte antichissime tradizioni rappresentate dall’offerta di ceri in onore alla Dormiente. A Sassari, da tempi remoti, il 14 agosto, si rinnova con una spettacolare parata: la discesa dei candelieri, portati a spalla da 16-20 persone. La tradizione vuole che così facendo la città sciolga un voto fatto alla Vergine per avere avuto la salvezza da una devastante ondata di peste. La manifestazione è organizzata da nove gremi o corporazioni: falegnami, viandanti, piccapietre, contadini, calzolai, sarti, massai, muratori e ortolani sfilano danzando all’incalzante ritmo dei tamburi, ciascuno col proprio candeliere variopinto, acclamati da un’enorme folla. Ogni candeliere, a forma di colonna, è realizzato in legno, dipinto con le insegne e l’effige del santo patrono del gremio. Pesa circa quattrocento chili ed è alto oltre tre metri. I Sassaresi vivono intensamente questa festa che chiamano “sa festa manna” e che attira migliaia di turisti.
Nello stesso giorno a Nulvi: “Sa Essida de sos Candhaleris”, diversi da quelli di Sassari, hanno la forma di un tabernacolo e sembrano “imponenti monumenti” che si innalzano per circa otto metri d’altezza e che hanno otto nove quintali di peso. Sono tre e si distinguono rispettivamente per il colore giallo, il gremio che rappresenta gli agricoltori (sos messaios), azzurro il gremio degli artigiani (sos mastros) e infine il verde per i pastori (sos pastores). Viste le notevoli dimensioni dei candelieri, i portatori e gli addetti alle funi, che stabilizzano l’equilibrio di questi giganti, devono fare un considerevole sforzo quando percorrono le vie del paese seguiti dalla folla trepidante ogni volta che, nel tragitto, le difficoltà aumentano. Al termine della spettacolare e faticosa sfilata per le vie del paese, i candelieri vengono riportati in chiesa dove fanno da cornice al simulacro dell’Assunta, patrona del paese. Sopraggiungono quindi degli uomini vestiti da angelo e da apostoli, intonando canti; si da inizio ai vespri solenni. Con questi personaggi, chiamati “l’Apostolado”, dal 15 agosto, tutte le sere per tutto l’ottaviario della festa, viene celebrato l’antico e suggestivo rito de “S’Apostuladu”, cerimonia di adorazione della Dormiente di origini spagnole. La funzione termina con la messa cantata e col rientro dei candelieri nella chiesetta, dove restano fino all’anno successivo.
Sebbene le scenografie dei riti, che ancora si conservano in questi centri della Sardegna, siano per certi aspetti diverse, la tradizione vuole che tutti abbiano in comune la devozione per la Madonna di mezz’agosto, alla quale vengono offerti i ceri. Quelli di Ploaghe sono due e risalgono a oltre trecento anni fa. Il primo, dei pastori, che i ploghesi chiamano di San Pietro, è rappresentato con colori ornamentali scuri. Il secondo, di Gesù bambino, ornato con i colori chiari, rappresenta i massai. Una particolarità di Ploaghe è che“Sa essida” avviene quttro volte l’anno: per Corpus Domini, Ferragosto e i rispettivi otto giorni successivi. La festa, è organizzata dagli obrieri che ne curano ogni aspetto. I ceri, al mattino attraversano, in atmosfera di festa, le vie del paese per giungere nelle case degli obrieri. Al pomeriggio la processione religiosa con la lettiga della Dormiente, si conclude con l’arrivo spettaccolare nella piazza della chiesa di S. Pietro, gremita di folla, dove si assiste all’atto di devozione con l’offerta dei ceri alla Vergine, tra danze e inchini dei candelieri magistralmente guidati dai portatori.
Da non trascurare inoltre Iglesias che ha alle spalle un’antica tradizione di festeggiamenti: nel breve di “Villa di Chiesa”, risalente al XIII secolo, si riporta che tutta la città, nel giorno di Ferragosto era impegnata nella grande festa alla Madonna, alla quale si offrivano otto grandi ceri, talmente grossi da restare accesi tutto l’anno; Inoltre nello stesso giorno dovevano essere liberati dei prigionieri carcerati. Una festa importantissima sia dal punto di vista religioso che da quello storico: la festa dell'Assunta è forse la più antica delle feste Mariane. Col passare degli anni, però quella che era considerata la festa più solenne e importante della cittadina, venne trascurata sino a che se ne perdette completamente memoria. Nel 1993 le celebrazioni ripresero vigore dopo il ritrovamento, nel 1992, in un locale della Cattedrale di un antico candeliere che, restaurato, viene riportato in processione. Da quell'anno sino ad oggi, l'Associazione dei Candelieri, che rappresenta i quattro quartieri storici di Iglesias e quattro corporazioni di mestieri, ha potuto ricostruire tutti gli otto Candelieri citati nel breve e il giorno di ferragosto percorrono in processione le vie del centro storico cittadino in onore all’Assunta.

 

Mariella Bolacchi

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