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A cavallo tra l’inverno e la primavera marzo è contrassegnato dalla celebrazione cristiana più importante e salvifica dell’anno: Pasqua di Resurrezione! Solo a ripetere queste due parole si ha un senso di liberazione, di speranza, di vita nuova che ci conforta nelle nostre battaglie quotidiane. La Chiesa ci propone la Quaresima a imitazione di Gesù nel deserto per prepararci a questo grande Evento mentre il Papa specifica che la Quaresima è un rinnovamento interiore alimentato dalla preghiera, dal digiuno e dalla elemosina.  Quest’ultima ci induce a condividere con chi è nel bisogno quanto per bontà divina possediamo. Sempre nel mese di marzo il “19” ricorre la festività di San Giuseppe ammirabile per l’ubbidienza ai disegni di Dio e figura paterna protettiva di Gesù. Se penso alla festività di San Giuseppe mi vengono in mente i 50 anni di cura della Parrocchia di Mons. Giuseppe Diana e come questo onomastico venisse festeggiato dalla comunità. Ricordo che tutti gli anni ci si preparava a questa data con grande impegno soprattutto da chi operava nelle fila dell’Azione Cattolica. A cominciare da noi beniamine, dai fanciulli, dalle aspiranti e figlie di Maria guidati dalle delegate, cioè da chi ci faceva catechismo la domenica pomeriggio, ci esortavano a fare i “fioretti” .Questi consistevano nel rinunciare a qualcosa mortificando la nostra gola o il nostro bisogno di giocare offrendo per iscritto le nostre rinunce al Parroco come fossero preghiere,. erano i “regali” che si offrivano allora, non fiori o doni materiali, ma beni spirituali che forse commuovevano il Parroco ma soprattutto fortificavano il nostro carattere. Il parroco offriva il pranzo a tutti i poveri del paese mentre nel pomeriggio si festeggiava nell’asilo di via Gialeto dove nella sala più grande sul bellissimo palco con quinte e scenari, si leggevano i nostri fioretti, si recitava e si cantava. Vi sbagliate se pensate che poi vi fosse un rinfresco, un dolcetto, non ricordo niente di simile! Se ci fosse qualcuno che ricorda un S. Giuseppe diverso sarò contenta di approfondire i miei ricordi. Nel mese di marzo ricorre, sia detto marginalmente, la giornata della donna. Oggi le donne sono sempre più sollecitate a battersi, a uscire allo scoperto, avendo per loro natura la capacità di immergersi nella quotidianità della esistenza fatta di molteplici responsabilità e di ricoprire ruoli importanti sia nella politica che in qualunque ambito sociale e di potere. In una veloce panoramica vediamo come a partire dalla nostra vecchia Europa, all’Asia, all’America e all’Africa la politica è sempre più al femminile. Tra le donne più in vista in questa panoramica vi è la Cancelliera tedesca Angela Merkel, secondo la stampa, la donna più potente del mondo, un altro primato, l’irlandese Mary Mcaleese è il più longevo Capo di Stato del mondo. E’ donna anche l’11° Presidente della Finlandia, prima donna ad essere eletta Capo di Stato nel 2000 e riconfermata nel 2006. In America abbiamo l’afro-americana Condoleezza Rice, Segretario di Stato degli Stati Uniti, una donna fattasi da sé e cresciuta nell’Alabama ai tempi della segregazione razziale. E’ donna anche il Presidente della Camera dei Deputati degli USA, fortemente critica verso l’operato del Presidente Bush. E, sempre negli Stati Uniti, è in atto la scalata alla Casa Bianca, tra i concorrenti per la prima volta vi è una donna: l’ex first lady Hillary Clinton. Anche in Cile il Presidente è donna, come pure in Liberia e in Giamaica, paese tristemente noto per la violenza alle donne, mentre il Ruanda ha quasi il 50% di presenze femminili alla Camera. Un altro importante ruolo attualmente ricoperto da una donna è quello di Direttore Generale dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Chiudiamo con la preghiera che queste donne possano portare nei rispettivi paesi prosperità e pace.
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