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I Flussi migratori a Villacidro negli anni 2001-2005
 

La popolazione residente a Villacidro, alla data del 31 dicembre 2005, era pari a 14.603 unità. L’analisi dell’Indice migratorio evidenzia un andamento altalenante, segnato da indici positivi nel 2002 (0,20295) e 2005 (0,21186). I dati sulla popolazione residente elaborati dall’Istat evidenziano per Villacidro che i residenti sono scesi, nel quinquennio 2001-2005, da 14.723 a 14.603. Il trend negativo di Villacidro è ben più evidente se il confronto viene esteso al decennio 1991/2001: al censimento del 21 ottobre 1991, nel Comune alle pendici del Monte Linas erano residenti 14.984 abitanti, per un saldo negativo di -381 rispetto al 31/12/2005 (-2,54%).
Il 41,51% della popolazione in ingresso tra il 2001 ed il 2005 proviene dalla Sardegna, mentre il 44,03% proviene da altre regioni italiane e ben il 14,31% dall’estero. Nel flusso italiano, si distingue nettamente l’origine lombarda (14,34%), seguita da quella veneta, toscana, piemontese ed emiliana, oscillante tra il 5% ed il 7%. Il flusso sardo vede la maggioranza delle iscrizioni giungere da Comuni della Provincia di Cagliari (44,70%), mentre dal Medio Campidano arriva solo il 38,26%; le altre Province incidono per non più del 4% ciascuna. Tra i Comuni della Provincia, la maggior interazione è riscontrata con San Gavino Monreale, da cui proviene il 31,68% delle iscrizioni; seguono Sanluri (15,84%), Guspini (13,86%), Gonnosfanadiga (12,87%) e Serramanna (7,92%). Nessuno si è trasferito dal 2001 al 2005 dai Comuni di Barumini, Las Plassas, Lunamatrona, Pabillonis, Pauli Arbarei, Segariu, Setzu, Siddi, Tuili, Turri, Ussaramanna, Villamar, Villanovaforru e Villanovafranca. Per quanto attiene invece al flusso dall’estero, dalla Germania arriva il 36,26% dell’intero flusso estero; a seguire Gran Bretagna (12,09%), Svizzera (8,79%), Francia (5,49%) e Bielorussia (4,40%).
Osservando invece i flussi in uscita, sempre per il quinquennio 2001/2005, si nota che nel Comune ex minerario il 44,85% della popolazione si sposta all’interno della Sardegna, mentre il 36,41% opta per altre regioni italiane ed il 12,72% emigra all’estero. Nel flusso italiano, nessuna regione raccoglie più del 10% delle destinazioni: il valore più alto è dato dall’emigrazione in Lombardia (9,23%), seguita da quella in Veneto (6,59%), Toscana (5,77%), Emilia Romagna (5,44%) e Piemonte (4,61%).
Il flusso sardo vede la maggioranza dei trasferimenti verso Comuni della Provincia di Cagliari (46,87%), mentre il Medio Campidano incide solo per il 30,15%; a Oristano raccoglie l’8,06% ed il Sulcis Iglesiente il 5,37%. Tra i Comuni della Provincia, il principale flusso in uscita è orientato prevalentemente verso Serramanna (15,84%), San Gavino Monreale (13,86%), Sanluri (11,88%) e Guspini (10,89%). Nessuno si è trasferito dal 2001 al 2005 da Villacidro a Collinas, Genuri, Gesturi, Las Plassas, Lunamatrona, Pauli Arbarei, Segariu, Setzu, Ussaramanna e Villanovaforru. Per quanto attiene invece al flusso verso l’estero, la Germania ne attrae il 57,89%, seguita da Gran Bretagna (15,79%), Paesi Bassi (6,32%) e Francia (5,26%). Nessuna delle altre destinazioni raccoglie singolarmente più del 2%.

 

Manuela Garau

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  Il nuovo Esame di Stato
  Il 19 dicembre scorso la Camera ha approvato, con 275 voti favorevoli e 220 contrari, il disegno di legge che modifica l’esame di Stato, proposto agli inizi d’agosto; 480000 studenti, al termine dell’anno scolastico in corso, sono chiamati a confrontarsi con la riforma Fioroni. I maturandi torneranno a sedersi di fronte a commissioni composte da sei professori, di cui 3 o 4 esterni e i restanti interni. Il presidente lascerà da parte i panni di presidente-notaio, costretto a vigilare persino su venti classi e seguirà i lavori di due classi o, al massimo, di settanta alunni. Ma le novità non finiscono qui. Dopo sei anni, torna in vigore l’ammissione agli esami, abolita dalla riforma Berlinguer del ’99: il Consiglio di classe stabilirà se uno studente ha acquisito le conoscenze, le capacità e le competenze necessarie per sostenere l’esame di Stato. Crea timori ancora più forti la decisione di negare l’accesso agli esami, a partire dall’anno scolastico 2008/2009, a coloro che non abbiano superato i debiti formativi degli ultimi due anni. Si respira aria di cambiamento anche nelle prove d’esame: gli alunni degli istituti tecnici e professionali, ovvero la maggioranza dei maturandi, dovranno confrontarsi con una seconda prova tutta nuova; si svolgerà in laboratorio in più di un solo giorno, somigliante per durata al modello previsto attualmente per i licei artistici e gli istituti d’arte. Inoltre, i privatisti dovranno affrontare una prova preliminare e potranno presentarsi in una scuola statale o paritaria del comune di residenza. Potranno essere “saltanti” per merito, passando dalla quarta classe all’esame, gli studenti che, oltre ad aver ottenuto almeno otto in tutte le materie a giugno, hanno avuto sette in ogni disciplina gli anni precedenti e nemmeno una bocciatura. Il ministro Fioroni si dichiara soddisfatto della sua riforma, la quale promuove “una scuola seria, credibile, autorevole, che fa andare a testa alta i nostri studenti in Italia e in Europa”. Anche le reazioni dei sindacati della scuola paiono positive, felici di garantire ai ragazzi esami più seri e certi. Credo che sia un primo passo verso risultati meno scontati, esiti guadagnati sino alla fine, in cui niente è dovuto. Diminuiranno i diplomifici e forse non saranno più tanti a esser bravi, com’è accaduto in seguito alla scorsa riforma. Faccio un "in bocca al lupo" a tutti gli studenti che alla fine di quest’anno scolastico sperimenteranno il nuovo esame di Stato.
 

Giulia Canargiu

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