Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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L'Immacolata e la Sardegna
 

L'8 dicembre 1854 il beato Pio IX, dopo aver consultato l’intero episcopato ed aver ricevuto quasi unanime parere favorevole, promulgava la bolla Ineffabilis Deus che definiva il dogma della Immacolata Concezione di Maria. Ossia la Madonna era stata concepita, per grazia di Dio, senza peccato originale, in previsione del fatto che sarebbe divenuta la madre di Gesù, quindi Madre di Dio. Maria stessa, nell’apparizione di Lourdes del 25 marzo 1858, rivelerà «Io sono l’Immacolata Concezione». La Chiesa poneva così fine al dibattito ormai plurisecolare, e che spesso aveva assunto toni abbastanza forti, tra maculatisti ed immaculatisti: i primi avanzavano non poche perplessità riguardo alla definizione dogmatica, i secondi ne erano aperti e vivaci sostenitori, tra questi ultimi spicca la figura del beato Giovanni Duns Scoto, il Doctor subtilis, eminente filosofo e teologo francescano del XIII sec. D’altronde, come per l’Assunzione, il popolo cristiano credeva e celebrava già da tempo immemorabile questa festa mariana. Quindi il culto e la devozione per Maria nella sua Immacolata Concezione sono ben più antichi della proclamazione dogmatica; come ci dice l’attuale Messale Romano, nella introduzione storica alla solennità dell’8 dicembre, già nel XI secolo è attestata questa festa mariana. Anche in Sardegna esso è antichissimo. A Bonarcado è venerata, in una chiesa di origine bizantina, Nostra Signora di Bonacattu e il nome del paese deriva proprio dal greco panákhrantos, “immacolata, purissima”. I catalano-aragonesi, sin dal loro arrivo agli inizi del XIV secolo, daranno slancio e vigore alla venerazione per la Purissima; già dalla metà del ‘300 Giovanni I d’Aragona stabilisce che in tutti i territori della Corona si celebri con «grande solennità» la festa dell’Immacolata. All’inizio del ‘600 il papa Paolo V, sollecitato da Filippo III re di Spagna, emanò un decreto che vietava di negare pubblicamente la Concezione Immacolata di Maria, pur autorizzando la continuazione della ricerca. La Sardegna, stato membro della Corona di Spagna, non poteva restare fuori da questo movimento. Nel 1626, Filippo IV, approva le Costituzioni dell’Università di Cagliari dove la Virgen Sancta Maria è riconosciuta come Particular abogada y proctetora de la Universidad, a docenti e studenti viene chiesto un solenne giuramento a favore dell’Immacolata; nelle stesse Costituzioni si stabilisce che l’immagine dell’Immacolata debba essere al centro dello stemma dell’Ateneo. Ancora oggi Essa è la patrona dell’Università degli Studi di Cagliari ed è raffigurata nel suo stemma. Nella Cattedrale cagliaritana, nel braccio destro del transetto, vi è ancora oggi la cappella di Sant’Isidoro agricoltore patrono della Spagna. Al centro dell’altare della cappella tuttavia è presente un quadro raffigurante la Vergine con in braccio il Bambino che impugna una lancia con la quale trafigge la testa del serpente che sta sotto i piedi di Maria. Questo perché, prima di essere dedicata al santo dei campi, era intitolata all’Immacolata; è conosciuta anche come Cappella degli Stamenti perché vi si riunivano in preghiera componenti dell’antico Parlamento Sardo o Cortes (dalle cortes iberiche), diviso in tre Stamenti, Bracci: ecclesiastico, militare e regio. Anche i Consiglieri Civici di Cagliari, pregavano davanti ad un’antica immagine dell’Immacolata. Il 7 marzo del 1632, prima domenica di Quaresima, a conclusione dei lavori parlamentari, i membri degli Stamenti e le più alte cariche del Regno, fecero pubblico voto di credere, insegnare e difendere in tutto il Regno la dottrina della Purissima Concezione della Vergine Madre di Dio, Regina e Nostra Signora. La solenne cerimonia si tenne nel Duomo di Cagliari, proprio nell’antica Cappella degli Stamenti. Il 4 ottobre del 1656 lo stesso Parlamento decise di mettere il Regno sotto la protezione della stessa Vergine Immacolata, forse in ossequio ad un voto fatto durante la peste. Non dimentichiamo che sulla facciata della Cattedrale cagliaritana campeggia la dedica, in latino, A Santa Maria Regina dei Sardi. Sempre a Cagliari, in Via Lamarmora, si trova l’antica Chiesa della Purissima, un vero gioiello in stile gotico catalano-aragonese: sul portale d’ingresso è presente lo stemma dei Brondo, già marchesi di Villacidro. Nel nostro paese la festa dell’Immacolata è molto più antica di quanto si pensi, la prima testimonianza documentaria è contenuta in un registro di amministrazione della Confraternita del Rosario, dove sono riportate le spese per i festeggiamenti in onore della Purissima dell’8 dicembre 1809: launeddas per la processione, predicatore, dolci e vino per su cumbidu, guettus e bombas; ma quasi sicuramente si celebrava già da molto tempo. Se la Sardegna può vantarsi di essere Terra di Maria, certamente non è da meno Villacidro.

 

Giovanni Deidda

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