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Le visite pastorali dei vescovi di Ales
 

mons. Sanna (1524) e mons. Aymerich (1789)

 

Parte seconda. L’Istituto storico italo-germanico di Trento, a partire dagli inizi degli anni Novanta, ha elaborato il programma informatico “Eidon – Banca dati delle visite pastorali italiane” sotto la direzione di Paolo Prodi, con l’obiettivo «di fornire ad archivi e studiosi un sistema informatico specifico per l’inventariazione, la schedatura e lo studio delle visite pastorali italiane». Iniziative simili di schedatura delle visite pastorali sono state avviate in Friuli, Veneto e Lombardia, mentre in Sardegna, il progetto di informatizzazione degli atti visitali, elaborato e proposto dal Centro Studi SEA di Villacidro nel corso del Convegno scientifico dal titolo Le Visite Pastorali e le Relationes ad limina. L’importanza delle fonti ecclesiastiche nello studio della storia sarda, tenutosi ad Iglesias i giorni 12 e 13 maggio 2000, non è decollato. Eppure, la necessità di approfondire lo studio analitico e sistematico delle fonti ecclesiastiche sarde (in particolare delle visite pastorali e delle relationes ad limina) è stata più volte segnalata dalla storiografia contemporanea, in particolare dagli studiosi che hanno avuto occasione di occuparsi di storia della Sardegna con un approccio elastico, lungimirante ed attento agli aspetti quantitativi e socio-religiosi. Peraltro, come abbiamo già accennato, relativamente ad altri contesti storico-geografici, un analogo approccio ha prodotto contributi di notevole spessore scientifico. D’altra parte, pur essendo stata sollecitata una maggiore attenzione verso tali fonti da parte degli studiosi sardi, i quali non hanno mancato di richiedere insistentemente un impegno più incisivo in diverse circostanze, lo studio delle visite pastorali e delle relationes ad limina non ha raggiunto i livelli auspicati. Raimondo Turtas, ad esempio, sottolinea come sia assolutamente «necessario proseguire nell’individuare e repertoriare tutto il restante materiale sulle stesse visite che ancora si conserva negli archivi ecclesiastici (decreti di indizione e di visita, eventuali osservazioni dei vescovi o dei loro delegati apposte ai libri di amministrazione delle varie chiese e confraternite della parrocchia e, soprattutto, le relazioni ufficiali che venivano stese alla fine di ogni singola campagna di visite). Solo così si potrà disporre di sufficienti informazioni per tentare di fare un bilancio sull’efficacia di questo insostituibile strumento […]». Gli apprezzabili sforzi compiuti dall’Archivio Storico Diocesano di Sassari, ove è stata avviata da qualche tempo una ricerca sulle visite pastorali, hanno indotto il direttore di tale archivio a considerare particolarmente urgente un’analoga indagine «negli altri archivi diocesani della Sardegna per poter disporre delle serie il più possibile complete delle visite pastorali svolte nell’isola, così da avere informazioni più puntuali relative alla struttura, alle condizioni ed alle modalità di svolgimento delle visite medesime. Allo stato, proprio per colmare la lacuna derivante dalla mancanza di studi specifici nell’ambito dell’isola, l’ulteriore possibilità che rimane per poter disporre dei dati relativi alle visite pastorali, è fornita dai rapporti dei vescovi alla Santa Sede. Si tratta delle cosiddette Relationes ad limina, ossia dei rapporti che ogni tre anni i vescovi avrebbero dovuto presentare, in un primo tempo alla Congregazione del Concilio, istituita da Sisto V nel 1588 per promuovere l’applicazione della riforma tridentina e, dall’inizio del presente secolo, alla Congregazione Concistoriale». Poiché ad oggi, per vari motivi, non è stato possibile avviare e, in alcuni casi, concludere il lavoro di inventariazione e schedatura delle visite pastorali compiute nelle diocesi sarde, lo stato della ricerca risulta ancora molto frammentato. Senza inventari, infatti, risulterebbe perfino superfluo parlare di una banca dati delle visite pastorali. Nonostante queste difficoltà, è meritevole il lavoro di ricerca di Simonetta Sitzia, realizzato nel biennio 2003-2005 e intitolato Le visite pastorali nelle diocesi sarde, tra Medioevo ed Età moderna, diretto ad analizzare e a tracciare un primo quadro, sulla lunga durata, della storia di questo strumento di governo diocesano e delle variazioni e modifiche che ha subito nel corso dei secoli.

 

Manuela Garau

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