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Il paradosso della felicità
 

Non è un mistero che nei paesi più evoluti si effettuano ormai migliaia di sondaggi e di ricerche di mercato, finalizzate a conoscere gli orientamenti e gli stili di vita e quant’altro ancora la curiosità possa desiderare conoscere. Una di queste ricerche, peraltro condotta da studiosi seri e in maniera indipendente, ci aiuta a comprendere in che rapporto si collocano la corsa al successo e i rapporti interpersonali. Dalle indagini effettuate in varie nazioni del mondo ricco da economisti e sociologi, si apprende che quanto più aumenta il reddito pro capite e la qualità della vita, più diminuisce il livello medio di felicità. Il fenomeno viene chiamato il “paradosso della felicità”. Si vuole dire che dagli studi realizzati, emerge che una società più è ricca più è infelice, e questo in barba agli slogans più diffusi i quali invece vorrebbero far credere il contrario (più uno è ricco, più è felice). I beni più preziosi che danno pace e gioia alla persona, infatti, non sono quelli materiali, ma quelli che fanno riferimento alle capacità relazionali che l’individuo sa costruirsi. Più semplicemente si è appurato che la ricchezza, quando danneggia o impedisce le relazioni interpersonali, magari con il togliere il tempo per coltivarle o perché favorisce lo stress e la fatica, ci lascia più soli. Un’indagine condotta negli Stati Uniti evidenzia che, mentre negli ultimi trent’anni il reddito pro capite è aumentato costantemente in modo rilevante, la felicità media, invece, è diminuita. O meglio, inizialmente la crescita del reddito aveva elevato anche l’indice di felicità, ma dopo breve tempo questo incremento risultava annullato. E i perché di questo fenomeno, a pensarci bene, non sono poi così difficili da comprendere. Infatti occorre considerare che l’aumento del proprio reddito va posto in parallelo con quello di tutti gli altri e questo non consente di cambiare la propria posizione sociale. Un esempio può aiutarci a capire meglio il nesso tra le due cose. Se, stando in piedi in mezzo a una folla, facciamo fatica a vedere quello che accade in lontananza, a poco serve che ci alziamo in piedi se, contemporaneamente, fanno altrettanto anche tutti quelli che ci stanno accanto. Oltre a questo, dall’indagine è emerso che il benessere aveva peggiorato le relazioni intersoggettive, finendo con il rendere gli intervistati più poveri di contatti interpersonali. Tra le altre cause che più direttamente favoriscono il deterioramento dei rapporti di relazione, infine, la ricerca americana segnala che una delle più rilevanti è dovuta alla crisi in atto dell’istituto matrimoniale. Stiamo perciò attenti perché non è così scontato che la felicità della persona aumenti con la prosperità economica, se non si cercano di evitare le conseguenze negative che il benessere materiale nasconde. Chi più ha, infatti, rischia seriamente di diventare più opportunista e diffidente e meno solidale e cioè di essere più solo, con i pericoli che ne derivano.

 

Sarlio Vorini

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