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Quando i ragazzi diventano branco
 

Più si va avanti, più siamo frastornati dalle notizie di incredibile ferocia che accadono tra gli adolescenti. Ormai, il bullismo sembra diventato fenomeno normale e diffuso ovunque. Difficile tenere dietro ai fatti di cronaca, sempre più efferati e raccapriccianti, che accadono in Italia (e non solo) e che vedono protagonisti ragazzini anche solo di 13-15 anni. E’ facile, dopo che l’irreparabile è accaduto, gridare contro i “mostri” che una cultura, ormai senza regole e senza valori, alleva e protegge, così come giustificarsi esprimendo il proprio sconcerto in quanto si pensava che si trattasse di ragazzi tranquilli e normali. Penso questo, mentre giornali e reti televisive stanno informando sull’ennesimo, assurdo caso di cronaca nera che ha sconvolto il perbenismo di una società accomodante che non educa e non ama. Mi riferisco ai tre minorenni che hanno strangolato, bruciato e gettato nel pozzo la loro amichetta perché non avesse a rivelare il suo stato. Come spiegare una violenza e una brutalità così efferata? Perché ragazzini cresciuti insieme, che si dicono amici, possono arrivare a compiere delitti così orrendi? Potrà mai bastare, come scusante, che in un momento di totale smarrimento, si è persa la testa? Come credere che “perdere la testa” possa spingere ad azioni così mostruose, e per di più compiute da ragazzini? C’è una verità che si riconosce attuale soltanto dopo che l’impensabile si è verificato ed è questa: esiste un’emergenza educativa nazionale dovuta al clima di generale lassismo in cui le nuove generazioni stanno crescendo. La cultura del tutto e subito, la televisione e, in genere, i mezzi di comunicazione che, mentre gridano allo scandalo quando l’irreparabile si verifica, di fatto, non fanno altro che alimentare e spingere a comportamenti eccessivamente liberi e senza regole. Tanti genitori che, in nome dei propri egoismi, facilmente abdicano al ruolo di primi educatori, disinteressandosi di tutto ciò che i loro figli pensano e fanno. La stessa scuola, talvolta, si trascina stancamente dietro la preoccupazione di assicurare nozioni e apprendimenti e non si preoccupa di “costruire”, con fondamenti solidi, la persona. Si difende la tolleranza a scapito della fermezza e la permissività a danno di un “sì” o di un “no” motivato. I valori non sono più tali perché si privilegia la convenienza e l’utile personale a tutto il resto. E se qualcuno si adopera per proporre modelli educativi forti e impegnativi viene quasi isolato o dagli stessi genitori, oppure dalla società che invece spinge a scelte comportamentali più leggere e appaganti nell’immediato. Ci si deve purtroppo rendere conto che una parte di questa generazione e davvero a rischio perché sta perdendo il senso del rispetto, della responsabilità e non distingue più ciò che è bene da ciò che è male. Spesso è proprio la famiglia che tiene ai margini del progetto educativo dei figli il messaggio forte che si coglie nel Vangelo e nella persona stessa di Gesù. Allora tutto diventa lecito. Ai genitori sfugge il controllo, i figli crescono più in fretta di quanto si creda, troppo liberi, talvolta spregiudicati e arroganti, apparentemente sicuri, con la voglia di sperimentare quel qualcosa che li faccia sentire grandi, bruciano le tappe, fanno di tutto per provare emozioni forti, esperienze diverse, ma in realtà dentro si sentono profondamente soli. Allora che fare? Forse bisogna che ci interroghiamo tutti sui modelli che proponiamo con il nostro agire. Forse deve fare qualcosa anche chi sta al di fuori della famiglia. Ogni agenzia educativa deve avere un ruolo più incisivo nella crescita degli adolescenti, benchè spesso siano proprio i genitori che coprono i figli e li proteggono quando certi disagi vengono manifestati. E fare finta che tutto va bene è deleterio. E così, spesso succede che ci si trovi impotenti e limitati nel dare aiuto prima che sia troppo tardi. Tutto questo rispecchia la realtà di oggi. Certo non bisogna generalizzare perché la gioventù sana esiste. E’ una buona fetta di questa nostra società, ma, come sempre, fa notizia solo ciò che è torbido, orribile, inquietante. Il bene e il buono non riempie mai le pagine dei giornali, né l’informazione televisiva o internet. Purtroppo!

 

M.Rita Marras

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