Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Lettera al Giornale
 

Egregio Direttore,
ho letto con un certo disappunto il suo “La nostra Parrocchia, un cantiere aperto”. Intanto il titolo mi pare infelice: definire la parrocchia un cantiere aperto sa tanto di impresa, di appalti, di spese, di licenze e via discorrendo. Ma non è tanto di questo che voglio parlare. In particolre mi ha colpito quando scrive: “Finora non sono riuscito a trovare il benché minimo finanziamento da parte degli enti pubblici e/o privati … a tutti chiedo di collaborare destinando il 5 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche. Intanto, in attesa di trovare ascolto presso le istituzioni che possono, pubbliche e/o private, - un rifiuto da parte loro risulterebbe semplicemente scandaloso e inaccettabile, - ho provveduto ad avviare le trattative con l’Amministrazione comunale per la vendita dell’attuale Oratorio di via Asproni”.
Quel che proprio non mi va giù è il fatto che sarebbe scandaloso e inaccettabile se non si trovasse ascolto presso le istituzioni pubbliche ecc. ecc. Che un privato possa (se vuole) destinare ciò che vuole alla parrocchia, nulla da eccepire, ma che si trovi inaccettabile e scandaloso un rifiuto delle istituzioni pubbliche, ebbene, questo è proprio scandaloso. Ma perchè mai le istituzioni, che sono laiche e aconfessionali, dovrebbero finanziare la parrocchia? Già si destinano cifre ingenti a restauri e interventi vari nelle diverse chiese. Ci manca solo un ulteriore salasso di pubblico denaro per finanziare l’oratorio cattolico! E se a batter cassa fossero, poniamo, i Testimoni di Geova o qualche altro gruppo religioso presente nel territorio? Susciterebbe lo stesso scandalo? Io penso che i cattolici dovrebbero essere più coerenti con il loro credo e provvedere anche a queste spese, se vogliono. Di certo non le istituzioni dello stato italiano che, piaccia o meno, non è uno stato confessionale e fondamentalista.
Cordialmente

 

Gian Paolo Marcialis

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  Risposta del Direttore
 

Avrei volentieri fatto a meno di pubblicare questa lettera e non perché in difficoltà per le argomentazioni prodotte. Scelgo di renderla pubblica per evitare di essere accusato di non accettare né critiche, né confronto dialettico. Signor Marcialis, ma in che mondo vive? Possibile che il suo laicismo si ostini ancora a ricusare ciò che perfino il Parlamento italiano - (che non è né confessionale, né fondamentalista), - ha da tempo superato? Non sa che esistono pronunciamenti di encomio e di sostegno a favore degli Oratori a motivo della valenza educativa ad essi riconosciuta dall’intera società? Davvero è all’oscuro del fatto che tanti parlamentini regionali (anch’essi non confessionali e fondamentalisti,di destra e di sinistra) hanno già varato leggi a favore dei medesimi? Il vocabolo “laicità”, nella sua accezione più vera, significa avere a cuore e promuovere tutto ciò che torna utile a una determinata società, indipendentemente dal credo politico e religioso dei singoli componenti. Ciò che importa è conseguire il bene comune, indipendentemente da chi lo promuove. E poi, perché mai i soldi dei cattolici sarebbe corretto destinarli che so, per finanziare programmi televisivi che essi considerano altamente diseducativi, oppure per sostenere iniziative che, con la scusa di fare cultura, offendono e disprezzano i contenuti della loro fede o, ancora, per costruire le moschee e i locali per le attività religiose degli islamici, e invece sarebbe inaccettabile spenderne anche per realizzare strutture, ripeto, da tutti (eccetto che da Lei) riconosciute come luoghi in cui la persona è accolta, rispettata e mai manipolata, solo perché a realizzarle e a gestirle è la chiesa (appunto, i cattolici)?
La Parrocchia Santa Barbara, - e Lei lo sa bene, - possiede già dei locali (leggi, ad esempio, Auditorium) che costantemente (e gratis!) mette a disposizione della collettività, senza mai discriminare nessuno. In tante occasioni ho visto presente anche Lei. Le chiedo: per entrare, le è mai stato chiesto un certificato di buona condotta cristiana? Oppure le è stato imposto di andare a messa la domenica successiva? Perché mai non sarebbe giusto e doveroso attendere dagli enti pubblici un sostegno a favore di chi – in nome del servizio al prossimo e non per proselitismo, come pensa Lei, - decide di investire tutto ciò che ha per realizzare ( e per tutti!) palestre per lo sport, locali per il tempo libero e per il recupero scolastico e magari un teatro per le iniziative culturali della collettività? Non importa se si è cattolici o testimoni di Geova. L’importante è che le iniziative siano finalizzate al bene della persona e alla crescita sociale.
Quanto all’espressione “la nostra Parrocchia, un cantiere aperto” che Le ha suscitato disappunto, che dire? Pensavo che fosse facile capire che si tratta di una metafora, come l’ultima parte dell’articolo lasciava chiaramente intendere. La parola “cantiere”, infatti, intende significare un’altra dimensione di impegno, fatica e collaborazione finalizzato all’annuncio del vangelo di Gesù.
La invito pertanto a rapportarsi alla realtà non con sistematico sospetto, ma con maggiore positività, evitando di leggerla e di valutarla con le spesse lenti del pregiudizio. La saluto e Le auguro un mare di bene.

 

Don Giovannino

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