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Una Morale Condivisa
 

Quante volte, di fronte a un imprevisto che compromette pesantemente i nostri piani, ci siamo chiesti: “E adesso, cosa accadrà?”. La preoccupazione che ci assale è quella del domani, di come salvare il futuro. Quando si verifica qualcosa di grave che ha la forza di scompaginare progetti e speranze, la reazione istintiva è quella di correre subito ai ripari per tamponare gli effetti negativi che la crisi ha scatenato. E’ quello, ad esempio, che attualmente si sta verificando, a livello mondiale, in seguito al fallimento di numerose e blasonate banche in America come in Europa. Una bufera finanziaria che ha già provocato enormi sofferenze all’economia mondiale e che rischia di trascinare nel fallimento interi paesi e milioni di cittadini. Sappiamo che si sta disperatamente cercando di compattarsi per arginare il fenomeno, consapevoli del fatto che le conseguenze di una deriva risulterebbero ancora più disastrose per tutti, senza eccezioni.
Sul piano temporale, come si vede, l’allerta e la tensione per arginare l’irreparabile, riesce ad unire culture e sistemi sociali differenti attorno a obiettivi comuni. Pur di fare fronte all’emergenza si accetta il confronto e si diventa disponibili a ricercare e a condividere strategie comuni. Non altrettanto, purtroppo, è dato riscontrare sul piano dei valori e dell’etica. In nome della libertà, ogni comportamento diventa lecito, e niente è riprovevole. Tutto e il contrario di tutto deve avere diritto di cittadinanza con una logica garantista che però finisce per mortificare pesantemente proprio i diritti dei buoni, degli ultimi e dei più indifesi. I valori fondamentali vengono enunciati, ma non difesi e i diritti sanciti sulla carta non sono rispettati. Una schizofrenia che cerca di legittimare gli opposti e i contrari a danno di una morale condivisa. Capita così di constatare che la nostra cultura da una parte combatte contro la mortalità infantile causata dalla fame, e dall’altra incoraggia la soppressione di centinaia di migliaia di bambini con l’aborto; oppure che denunci come reato gli abusi sui minori e non indichi regole normative per la loro educazione e crescita, permettendo che in percentuali sempre più alte finiscano nella noia e nel vuoto esistenziale o che si esasperi il profitto e l’individualismo a scapito della solidarietà e del bene comune.
La crisi dei mercati finanziari probabilmente verrà stoppata e forse si riuscirà anche a far ripartire l’economia. Se però non si diventerà consapevoli che, accanto alle questioni che riguardano la materialità dell’esistenza, resta irrinunciabile anche la formazione delle coscienze, lo spessore civile delle società continuerà a rimanere debole e a rischio. Si tratta di un pericolo che non possiamo né ignorare, né disattendere.

 

Don Giovannino

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