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Beato Andrea Carlo Ferrari
 

Andrea Ferrari, nato nell'agosto 1850, percorse la normale "carriera" ecclesiastica del tempo. Accolto presso il seminario di Parma, nel '73 venne ordinato sacerdote e successivamente vicerettore al seminario di Parma e professore di fisica e matematica. In seguito divenne rettore dello stesso istituto. Nel 1890 venne eletto vescovo di Guastalla, e poi di Como. Papa Leone XIII lo nominò cardinale destinandolo, nel 1894, alla diocesi di Milano dove Andrea Ferrari rimase fino alla morte (1921). Fu un pastore molto attivo. Nel 1911 subì prima una visita canonica e poi il divieto di predicare perché in ambienti conservatori, ritenuto vicino alle idee moderniste. Tale posizione in seguito venne chiarita: il santo vescovo era infatti attento alla parola del papa e rispettoso della Chiesa. Svolse, nella sua diocesi, una intensissima vita pastorale visitando tutti gli ambienti, gruppi e associazioni, classi e strati sociali. La sua era una presenza instancabile, con la parola, con le lettere pastorali, con le direttive. Sapeva cogliere e valorizzare nei suoi sacerdoti gli aspetti umani, ma era anche inflessibile. Inoltre teneva molto alla loro preparazione culturale. Di lui si conservano moltissimi documenti scritti. Si calcola che abbia tenuto circa 20 mila discorsi. Dotato di forte intelligenza, affrontava i problemi con immediatezza ma con calma e con serenità. Un posto di rilievo nella sua spiritualità lo ebbero l'Eucaristia e la Vergine Maria. Fu tra i primi vescovi che si interessarono ai problemi sociali nella scia della enciclica Rerum Novarum di Leone XIII. Istituì, nel seminario, una cattedra di economia sociale affidandola al professor Giuseppe Toniolo, reputato uno dei più preparati studiosi. Per venire incontro ai nuovi problemi creati dall'industria, istituì i "Cappellani del lavoro". Venuto dal popolo, seppe alzare ripetutamente e fieramente la voce di pastore vigile contro i latifondisti e i padroni delle officine a difesa dei diritti dei lavoratori e del rispetto dovuto alla persona umana. I padroni – diceva - non abbiano gli operai in conto di schiavi, ma li riguardino come fratelli, rispettando pur in loro l'immagine del Salvatore Divino. Retribuiscano l'operaio con giusta mercede. Per affrontare i momenti difficili in cui l'Italia cercava un suo assestamento economico, diede il suo patrocinio e aiutò la fondazione di leghe operaie, agricole, industriali, società di mutuo soccorso, casse rurali. Ebbe molto a cuore anche la stampa. Avviò la fondazione di un giornale, "L'Unione", che in seguito divenne un diffuso quotidiano con il nome "L'Italia". Durante la campagna antimodernista, subì una forte contestazione. Anche in queste difficili circostanze difese chiaramente, nella sua diocesi, la posizione del suo clero e dei fedeli. In quel periodo, dato che Pio X era "blindato" da una segreteria che non permetteva contatti e tanto meno dialogo, si chiuse in silenzio e in preghiera. Tra lui e il papa san Pio X era venuta a formarsi una cortina fumogena di malintesi, di dubbi, di sospetti, che altri, all'insaputa dei due santi, in nome di una miope intransigenza e con disinvoltura poco scrupolosa, avevano reso più densa e più cupa. Così avvenne che il santo cardinale ebbe molto da soffrire non solo per la Chiesa, ma dalla Chiesa e precisamente dal papa san Pio X. Al papa pareva non solo che l'arcivescovo di Milano fosse troppo tiepido nella lotta contro il modernismo e troppo remissivo verso i modernisti, ma che talvolta rasentasse la slealtà. Il peggio è che i sentimenti del papa trapelavano e di bocca in bocca giungevano a Milano, e taluni del clero e del laicato, per dimostrarsi amanti del papa, ritiravano il cuore e la stima dal loro arcivescovo. In seguito il nuovo papa, Benedetto XV, ebbe parole di attenzione e di forte ammirazione per questo cardinale che nella realtà del lavoro quotidiano sapeva esprimersi con il carisma di una fede indiscussa e di una grande spiritualità. Andrea Ferrari volle lavorare fino allo stremo delle forze: la malattia cominciò con i sintomi di una raucedine. Morì il 2 febbraio del 1921. Uno degli ultimi atti ufficiali, fu l'approvazione degli statuti dell'Università Cattolica di Milano. Annoverato ormai tra i grandi santi del nostro secolo, egli contribuì a esprimere concretamente la ricerca della perfezione umana e cristiana. E' stato beatificato il 10 maggio 1987.

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