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Figli frenetici
 

Non capita spesso di apprendere dalla stampa che i propri punti di vista, ritenuti fino a quel momento fuori dal coro, sono confermati dall’autorevole opinione di specialisti del settore.
E’ quanto è successo a noi leggendo un articolo pubblicato sul supplemento di Avvenire del mese di Settembre.L’articolo in questione parla di stress e sovraffaticamento a cui sono sottoposti i bambini e i ragazzi di oggi a causa dei troppi impegni extrascolastici. Vi si trovano le opinioni di valenti pedagogisti che da anni stanno studiando il problema. Noi abbiamo sempre sostenuto, sia negli scambi di opinione con altri genitori che in ambito scolastico, la necessità di non ampliare l’orizzonte formativo dei ragazzi, ma di condensarlo, al fine di guadagnare in capacità di apprendimento, di memorizzazione e di concentrazione. Oggigiorno non ci si preoccupa che di incoraggiare i ragazzi a praticare una o più discipline sportive, a imparare a suonare uno strumento , andare a danza classica o latinoamericana , seguire corsi di equitazione, etc, etc. Una volta che i pomeriggi della settimana sono così impegnati, risulta difficile ritagliare anche il tempo per seguire, per esempio,il catechismo, oppure frequentare gli amici ,fare nuove conoscenze, andare a giocare in piazzetta. Per parlare della nostra esperienza, ci rendemmo conto che non era il caso di insistere allorquando i nostri due figli più grandi, dopo aver chiesto di essere iscritti alla scuola di calcio, cominciarono a mostrare segni di stanchezza o disinteresse, che dir si voglia. Occorreva sempre più tempo solo per convincerli a prepararsi. Alla fine decidemmo che avrebbero praticato uno sport solo se lo avessero desiderato veramente. Da allora non abbiamo più insistito nemmeno per quel che riguarda altre attività ma, semplicemente, ci limitiamo a proporgliele. Se si considera il tempo che i ragazzi dedicano alla navigazione in Internet, alla televisione, ai videogiochi, ci si può rendere conto che la loro capacità di concentrazione è messa a dura prova. Sono letteralmente bombardati di immagini e notizie che si affastellano e si sovrappongono nella loro mente fin quasi a renderli svaniti. Per questo motivo crediamo che sia necessario non continuare a caricarli di impegni. Abbiamo conosciuto dei genitori che sostengono che i figli devono svolgere più attività in modo da scoprire, diciamo cosi, eventuali talenti. Crediamo che il talento viva di vita propria e che prima o poi, se c’è, emergerà. Non sappiamo se il nostro sia il modo giusto di formare i figli (beati i gentori che lo sanno), ma non abbiamo nessuna intenzione di forzarli nelle loro scelte, cercando di orientarli, naturalmente, secondo le nostre convinzioni.

 

Ottavio e Antonella

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