Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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La Galilea al tempo di Gesù
 

La Galilea è una regione molto bella e fertile, ancor oggi suggestiva, ricca di pascoli e alberi. Il tempo era scandito nella Palestina d’allora tra il lavoro nei campi e nei vigneti e la piazza del mercato, cuore di ogni città e villaggio con la via delle botteghe dove i bravissimi artigiani facevano e vendevano i loro manufatti: i fabbri e i falegnami, esperti nel costruire e riparare gli attrezzi agricoli, fabbricanti di stuoie, canestri e vasi, tutti esponevano la loro merce nelle botteghe aperte sulle strette stradine. Gli artigiani mostravano con orgoglio i distintivi del loro mestiere: il tintore portava una coccarda di stoffa colorata, il sarto aveva un grosso ago d’osso appuntito sul mantello, il falegname un truciolo arrotolato all’orecchio. Nel corso dei secoli i maestri della Legge avevano elaborato un regolamento che garantiva l’equo trattamento dei lavoratori: “Non defrauderai il salariato povero e bisognoso, - si legge nel Deuteronomio, quinto libro del Pentateuco, - sia egli uno dei tuoi fratelli o un forestiero, , gli darai il suo salario il giorno stesso, prima che tramonti il sole, perché egli è povero e ne ha bisogno”. Già ai tempi di Erode la legislazione fissava l’orario lavorativo, cosa spettasse al lavoratore come cibo, vestiario e alloggio e a quale compenso avesse diritto. La schiavitù era praticata in Palestina fin dai tempi più antichi, sul mercato di Gerusalemme era praticata quella dei forestieri, mentre in altri mercati si compravano anche schiavi Ebrei. Un cittadino poteva perdere al sua libertà e divenire schiavo per furto o per non poter saldare i suoi debiti, sì, un povero poteva vendere se stesso e andare a servire per salvare la sua famiglia dalla fame. Ma la legge proteggeva anche lo schiavo che non doveva umiliato nel suo servizio. Se veniva maltrattato o gli si procurava qualche invalidità fisica il Tribunale aveva la facoltà di rendergli la libertà. Se un padrone uccideva uno schiavo subiva la condanna a morte. Anche le schiave donne erano protette dalla Legge, inoltre la schiava poteva, da concubina, aspirare a divenire moglie del padrone. L’osservanza delle leggi a salvaguardia della giustizia sociale in una società agricola diminuiva presso i proprietari di schiavi nei centri urbani come nel resto del mondo mediterraneo per cui uno schiavo era più un oggetto che un essere umano portatore di diritti, atteggiamenti che si riflettevano anche nelle sfere ebraiche, era quindi naturale che tra i poveri ci fosse ardente l’aspettativa di un Salvatore, un Messia che scacciando i Gentili restituisse a Israele l’antica gloria e dignità.

 

M. L.

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