Parrocchia Santa Barbara Villacidro
Piazza S. Barbara, 2 -- 09039 Villacidro (CA) ITALIA Tel. e fax: +39 070932018
Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
siete in: home > IL GIORNALINO > aprile 2008 >Nel Darfur
     
Nel Darfur
 

Del Darfur, una regione che in arabo significa “paese dei Fur”, grande quasi due volte l’Italia e situata nella parte occidentale del Sudan, nel desero del Sahara, con sei milioni di abitanti, è in corso dal 2003 un violentissimo conflitto fra gruppi armati locali e milizie filogoverntive. Il conflitto coinvolge la locale maggioranza nera, di religione animista, cristiana e musulmana, alla minoranza araba che è maggioranza nel resto del Sudan. Quest’ultima è appoggiata dal governo centrale, che è accusato di tollerare le feroci scorribande degli “janjaweed” (uomini a cavallo), veri e propri miliziani al soldo del governo centrale di Khartoum, capitale del Sudan. Le popolazioni locali (Fur, Masalit, Zaghawa e Berti) per difendersi dagli attacchi delle milizie filogovernative, che non hanno mai smesso di assaltare villaggi, uccidere, violentare e bruciare capanne, si sono a loro volta organizzati in comitati di autodifesa, dando vita al Fronte di Liberazione del Darfur, poi divenuto Fronte di Liberazione del Sudan, alleato con il Movimento per la Giustizia e l’Uguglianza. Così la situazione è peggiorata. Gli attacchi delle milizie arabe “janjaweed” contro la popolazione locale hanno forzato migliaia di civili ad abbandonare le case in cerca di sicurezza. Alle migliaia di morti che questa guerra ha provocato e sta ancora provocando fra l’indiferrenza generale e dei governi degli Stati più potenti del mondo, si aggiungono circa 2 milioni di sfollati, rifugiati nei campi di accoglienza gestiti dalle organizzazioni umanitarie. Nel Darfur oggi muoiono circa 10.000 persone al mese a causa della guerra e della grave situazione sanitaria che si è creata. Secondo Asaka Nyangara, direttore del “Programma Alimentare Mondiale” (PAM), ci sono circa 360.000 civili del Darfur ai quali non arrivano gli aiuti del PAM a causa delle violenze in corso. Di questi civili, circa 200.000 si trovano nel Nord Darfur, perché tagliati fuori dai flussi umanitari e circa 160.000 nel Sud Darfur per la ripresa delle ostilità nella parte meridionale della regione.
Nell’area tra i due capoluoghi di Nyala ed El Geneina si è concentrato l’aiuto umanitario delle Nazioni Unite, dell’Unione Europea, delle Organizzazioni Non Governative (ONG) e della Cooperazione Italiana. Quest’ultima è presente con sei organizzazioni sul campo per affrontare l’emergenza: cinque ONG, più la Caritas. Queste organizzazioni sono tutte impegnate nell’assistere gli sfollati nei campi situati nel Sud-Ovest della regione. Per rendere più efficace l’aiuto alla popolazione, si è puntato a coordinare gli interventi delle sei organizzazioni italiane. Infatti, in un contesto difficile come quello del Darfur, un territorio vasto 490.000 Km2 e pieno di insidie, lavorare insieme diventa vitale anche per la sicurezza dei volontari. Tra le organizzazioni italiane che operano sul territorio, si segnala, oltre la Caritas, che interviene in ambito sanitario con 14 milioni di euro, il VIS, l’ONG dei salesiani, che svolge il compito di assistenza alimentare ai profughi nel Darfur meridionale. A Khartoum invece il VIS accoglie i minori rimasti orfani a causa del conflitto. Questi interventi, per quanto lodevoli, costituiscono una piccola goccia di speranza per la popolazione afflitta, ma ancora ben lontani dal risolvere la più grande crisi umanitaria al mondo.

 

Martino Contu

  <<Torna ai titoli
  Pagina:    1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15   16   successivo>>
   
 
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
   
     
         
       
sito realizzato da: Francesco Chia      
Copyright ©2004