Parrocchia Santa Barbara Villacidro
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Santa Barbara Villacidro
                   
               
 
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Don Bosco e i Giovani
 

Come comunità parrocchiale abbiamo la ricchezza di avere il nostro Oratorio dedicato a un grande santo, San Giovanni Bosco, che ha offerto interamente la sua vita al servizio dei ragazzi e dei giovani. Don Bosco diceva ai suoi ragazzi: “Qui con voi mi trovo bene: è proprio la mia vita stare con voi”. La pedagogia di San Giovanni Bosco guarda al giovane nella sua interezza. "Amate le cose che amano i giovani" ripeteva il Santo, sottolineando l'importanza di un sistema educativo capace di offrire loro la possibilità di studiare, di apprendere un mestiere, di giocare e di nutrire il proprio spirito coltivando la fede. "Non ho mai conosciuto un giovane che non avesse in sé un punto accessibile al bene, facendo leva sul quale ho ottenuto molto di più di quanto desideravo" diceva, sostenendo un ottimismo realista che tiene conto di tutto quello che in un giovane c’è di positivo, egli si basava in modo particolare sulla fiducia da dare alle persone per farle crescere e maturare in ogni aspetto della vita. Un altro aspetto centrale che Don Bosco ha sempre messo in evidenza è la preghiera. Egli diceva: “Chi prega si occupa della cosa più importante di tutte”. La preghiera è una compagna inseparabile della vita di un cristiano; la preghiera è il primo alimento dello Spirito come il pane è il cibo per il corpo. Sant’Agostino dice: “Chi impara a ben pregare, impara a ben vivere”. Vorrei che nel nostro oratorio si arrivasse a questo traguardo, cioè pregare insieme ai ragazzi che vengono in oratorio, anche solo per cinque minuti, facendo entrare la preghiera al Signore nella vita quotidiana dei nostri giovani. Don Bosco in tutto il suo lavoro tra i giovani fu sostenuto da un'idea sola: "L'educazione può cambiare la storia!". E per questo ha speso la sua vita. Per evitare al giovane quelle esperienze negative che avrebbero potuto compromettere seriamente la sua crescita, per offrirgli gli strumenti adatti ad affrontare la vita con tutte le sue difficoltà e contraddizioni, per creare un ambiente in cui i valori che si intendevano trasmettere fossero vissuti e comunicati con l'esempio... per educare. Potremo domandarci, cosa farebbe Don Bosco per i giovani d’oggi? I ragazzi del suo tempo e i loro bisogni li aveva capiti perfettamente. Ma oggi, cosa fare? Oggi li troverebbe fisicamente più nutriti, ben vestiti, ma credo che il problema sia sempre lo stesso: se uno non è amato crescerà con gli unici codici che conosce, l’odio e la violenza. Ecco che la famiglia assume un compito centrale nella crescita e nell’educazione dei giovani. A tale proposito Don Bosco diceva: "L'educazione è cosa di cuore". E ancora: "La pratica di questo sistema è tutta poggiata sulle parole di San Paolo che dice: La carità è benigna e paziente, soffre tutto, ma spera tutto e sostiene tutto". In una lettera famosa di Don Bosco, scritta ai Salesiani da Roma nel 1884, si legge: "Chi sa di essere amato, ama e chi è amato ottiene tutto, specialmente dai giovani. Non basta amare i giovani: occorre che loro si accorgano di essere amati."

 

Don Stefano

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